“Il primo maggio quest’anno ricade in un contesto particolare, che vede i lavoratori della filiera agroalimentare sotto i riflettori da diversi punti di vista. Per tutti loro serve massima tutela. Perché la sicurezza, ora come non mai, è indispensabile”.
Così Ciro Marino, segretario generale della Uila Uil Salerno, è intervenuto sul tema del lavoro alla vigilia del primo maggio che, quest’anno, sarà celebrato in piena emergenza Covid-19. “Come sindacato siamo attenti da sempre a questa festa, che resta tale anche quest’anno e che non vede sminuire affatto il suo valore, non la si può festeggiare per strada. Ogni lavoratrice e ogni lavoratore festeggeranno con la propria famiglia, l’importante è sentire la ricorrenza di questa importante data. Stiamo facendo tanto durante questa emergenza, uno dei punti che non abbiamo mai trascurato né prima ed in special modo oggi è l’attenzione sulla sicurezza nei luoghi di lavoro; tra le tante, lo scorso 24 aprile è stato condiviso il Protocollo di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro, i cui contenuti vanno rispettati e valgono anche per il settore agricolo. Scrivere le regole e condividerle è necessario ma non sufficiente per essere applicate, servono controlli monitoraggio e tanta prevenzione per offrire garanzie a chi lavora nei campi, i braccianti sono una categoria debole e lo sono ancor di più i braccianti immigrati, che ora sono più a rischio; i controlli medici quotidiani e una rete di assistenza che non li lasci soli sono indispensabili.
Su questo le istituzioni non devono fare un passo indietro”, ha detto Marino. Attenzione, però, va anche sul fronte di quelle aziende che hanno aumentato il ciclo produttivo per permettere agli italiani di avere derrate alimentari sulle loro tavole. “I turni di lavoro si sono moltiplicati in alcune realtà del Salernitano. Tanti operai stanno svolgendo con senso del dovere il proprio impiego. Ecco perché chiedo alle aziende, soprattutto oggi, di metterli in condizione di lavorare in sicurezza. Non devono tornare a casa con la paura di non poter riabbracciare i loro familiari. I rischi di contagio vanno ridotti al minimo. Sui dispositivi di protezione individuale non si può risparmiare nemmeno un euro. Sul tema della sicurezza, ora più che mai, dobbiamo remare tutti dallo stesso lato”.