Nome in codice Phone Turn, letteralmente turno telefonico ed è l’operazione che ha consentito di sgominare due piattaforme dello spaccio di cocaina ed eroina nella Valle dell’Irno e nell’alto Agro Nocerino Sarnese.
Nove le ordinanze cautelari emesse dal gip Luigi Levita su richiesta del pm Roberto Lenza della Procura della Repubblica presso il tribunale di Nocera Inferiore nei confronti di altrettanti indagati ritenuti responsabili di concorso in detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. Oltre 100 carabinieri all’alba di oggi, coordinati dal maggiore Alessandro Cisternino comandante della Compagnia di Mercato San Severino, con l’ausilio di unità cinofile, hanno smantellato le due centrali dello spaccio che operavano indisturbate nei comuni di Mercato San Severino, Fisciano, Castel San Giorgio e Siano, spingendosi fino a Montoro ed a Roccapiemonte. Le due organizzazioni non solo non entravano in contrasto tra di loro ma avevano anche un rifornitore in comune, un soggetto straniero di Castelvolturno non identificato, oltre ad un altro procacciatore di droga della zona di Torre Annunziata. La sostanza stupefacente viaggiava sull’A30 e l’approvvigionamento avveniva nei pressi dell’uscita autostradale di Mercato San Severino, dinanzi ad un noto bar della zona e ad un supermercato. A gestire i traffici erano due giovanissimi, un 21 enne sulla piazza di Siano, Castel San Giorgio e Roccapiemonte ed un 29 enne su quella di Mercato San Severino, Fisciano e Montoro, anche se capitava che i gruppi servissero anche le stesse zone. La richiesta di droga in questi territori è talmente elevata che c’erano clienti in abbondanza per entrambe le organizzazioni, tanto da non destare problemi per accaparrarsi le piazze. Le manette sono scattate per Paolo Rescigno, 21 enne di Siano, incensurato, sebbene la sua giovane età era lui a gestire il traffico della prima piattaforma.Oltre al Rescigno, le intercettazioni hanno consentito di individuare i suoi complici, il fratello maggiore Francesco di 28 anni, residente a Piazza del Galdo di Mercato San Severino per il quale è scattata la misura dell’allontanamento dal territorio con divieto di dimora in tutta la provincia di Salerno, Guerino Amabile di 27 anni di Castel San Giorgio finito agli arresti domiciliari e Giuseppe Di Giovanni 23 enne di Siano, raggiunto da divieto di dimora.
Dominus della seconda piattaforma era invece un altro incensurato ventinovenne di Mercato San Severino, Giuliano D’Andrea di Acquarola, insieme a lui sono finiti in carcere Luigi Rainone, 53enne di Mercato San Severino residente alla frazione Sant’Angelo e Luciano Scafuro di 39 anni residente alla frazione Curteri di Mercato San Severino. Del secondo gruppo facevano parte anche Giovanni Iannone, 38enne di Fisciano già finito agli arresti il 28 novembre scorso, e per il quale è scattato il divieto di dimora ed Emilio Ceruso, 51 enne di Mercato San Severino finito agli arresti domiciliari.
Le due organizzazioni avevano modus operandi molto simili e nonostante i continui sequestri di eroina e cocaina effettuati a più riprese nei mesi di giugno, ottobre e novembre 2018, non solo non risultavano indebolite economicamente ma subito si rifornivano nuovamente e tornavano operative sulle piazze .
In particolare la piattaforma di Mercato San Severino capeggiata dal D’Andrea usava un sistema utilizzato anche in procura per coprire i turni, di qui anche il nome all’operazione. In pratica vi era un telefonino che passava di pusher in pusher a seconda del turno per fare in modo che i consumatori avessero un unico numero di riferimento e soprattutto trovassero sempre qualcuno pronto a rispondere alle richieste di droga. Dalle intercettazioni telefoniche sono emerse anche numerose situazioni grottesche che contribuisco a dipingere il quadro sociale e culturale nel quale avveniva lo spaccio. In una intercettazione gli inquirenti vengono a sapere dell’intervento della madre e della moglie di un tossicodipendente che minacciano violentemente uno dei pusher affinché non dia più droga al congiunto. Allora il dominus invita il suo collaboratore a non rifornire più l’uomo in questione per evitare eventuali denunce. In un’altra intercettazione si sente uno degli spacciatori che confida alla madre di non essere riuscito a recuperare la roba che aveva lanciato dal finestrino dell’auto durante un inseguimento. Non mancano le minacce verso i pusher meno attivi, dalle intercettazioni si sente un “Ti spacco la testa” rivolto ad uno spacciatore che non aveva risposto alla telefonata di uno degli assuntori. Un altro particolare evidenziato nel corso della conferenza stampa di stamane tenuta dal Procuratore Centore, dal pm Roberto Lenza e dal maggiore Alessandro Cisternino, è che gli assuntori non sono più fidelizzati e che, non avendo paura di perdere lo spacciatore che li rifornisce, non si sono fatti problemi a rivelare nomi e particolari delle attività di spaccio che in alcuni casi avvenivano anche a credito, testimoniando la capacità economica del gruppo ad anticipare anche 3000 mila euro di droga consumati e non pagati. Paradossale infine la meraviglia di due pusher dinanzi alla breve carcerazione di due “colleghi”, a telefono i due esclamano – “Questo Tribunale non conta niente”- particolare riferito con amarezza dallo stesso Procuratore Antonio Centore nel corso della conferenza stampa. E a chi gli chiede quanto tempo questa volta resteranno in carcere i venditori di morte arrestati stamane , risponde che l’unico modo per fermarli è colpire i patrimoni.
Luisa Trezza