Arrestato, oggi assolto: il caso giudiziario dell’ex sindaco di San Marzano raccontato da “La Città”.
SAN MARZANO SUL SARNO. Arrestato nel 2012, assolto per non aver commesso il fatto nel 2017. Cinque anni di un difficile processo per l’ex sindaco sanmarzanese, il commercialista Francesco Grimaldi, che nel maggio del 2012 finì per otto giorni ai domiciliari e fu di fatto costretto a cancellarsi dall’albo dei revisori dei conti. Il processo che lo vedeva coinvolto al tribunale di Torre Annunziata è relativo a un vorticoso giro di Foi, fatture per operazioni inesistenti relativa alla nota azienda “San Diego srl” di Poggiomarino, produttrice di capi di abbigliamento per note griffe. Grimaldi, presidente del collegio sindacale, era accusato anche di associazione per delinquere assieme agli amministratori e al contabile della ditta, finalizzata all’utilizzazione di Foi proveniente da svariate imprese, tra cui alcune di cinesi attivi nell’area vesuviana. Grimaldi, assieme ai componenti del collegio, l’angrese di nascita Cosimo D’Ambrosio residente a Poggiomarino come Giuseppe Salvati, e all’oplontino Mauro Cascone di una società di revisione, secondo l’accusa avrebbero indicato elementi passivi fittizi nei bilanci, avvalendosi di fatture per operazioni inesistenti per evadere l’Iva. Dopo una dotta requisitoria del professor Sabato Romano, legale di Grimaldi, si è giunti all’assoluzione piena per tutto il collegio sindacale e per il revisore esterno per non aver commesso il fatto. A processo si era giunti nonostante il tribunale del Riesame avesse smontato buona parte dell’accusa. La procura aveva chiesto la condanna dei quattro imputati a un anno e quattro mesi di reclusione.
Salvatore De Napoli ha intervistato l’ex primo cittadino marzanese. Esterrefatto per la vicenda che lo ha colpito.
«Sono esterrefatto rispetto alla semplicità con la quale è possibile privare della libertà personale un cittadino nella fase di indagine -ha commentato Grimaldi-. Era chiara l’estraneità dell’intero collegio sindacale rispetto alle condotte irregolari attribuite agli amministratori e ai dirigenti della società. Ciononostante si è voluto andare avanti con un’accusa che non reggeva fin dall’inizio. Il danno di immagine per la mia attività lavorativa e politica è stata enorme, poiché spesso mi sono dovuto giustificare davanti a colleghi e nuovi clienti. Finalmente è finita, ma nessuno potrà ripagare questi anni difficili che abbiamo dovuto vivere noi e le nostre famiglie».
Salvatore De Napoli – La Città di Salerno