Il 30enne è in carcere con l’accusa di far parte del gruppo dei D’Elia-Tortora. Il 37enne sarebbe spacciatore per Petti.
NOCERA INFERIORE. Lotta agli stupefacenti, continua il repulisti di Dda e polizia di Stato. A finire al centro di una “prosecuzione” dell’inchiesta “L’altra Storia” che ha sbaragliato le organizzazioni criminali dedite allo spaccio capeggiate dai fratelli D’Elia e Cuomo da un lato, e dall’altro i loro antagonisti, protagonisti delle guerre di settembre e di ottobre per assicurarsi lo spaccio di stupefacenti in città, altre due persone.
Si tratta di due figure minori dell’inchiesta. Con la contestazione di partecipe all’organizzazione di spaccio che fa riferimento ai fratelli Francesco e Mario D’Elia e a Mario Tortora è finito in carcere è stato il 29enne Ciro De Rosa di Nocera Inferiore, che non ha precedenti specifici, finito incarcere.
Il secondo a finire nei guai è stato il 37enne Massimiliano Caso di Nocera Inferiore, per il quale il Gip ha escluso la partecipazione all’associazione dedita allo spaccio: per Caso, la sottoposizione all’obbligo di presentarsi per due volte alla polizia giudiziaria, provvedimento, però, notificato in luogo diverso dalla sua residenza per altri problemi legati al destinatario.
Al centro dell’inchiesta alcune intercettazioni tra De Rosa e Tortora e tra De Rosa e Giuseppe Petti, altro coinvolto nella maxi operazione del sette dicembre scorso. Cinque intercettazioni telefoniche dove, secondo gli inquirenti, con un linguaggio criptico si sarebbe parlato di stupefacenti. Telefonate registrate dagli inquirenti tra l’agosto e il settembre scorso, prima o a cavallo della prima guerra dello spaccio, quella tra il gruppo dei fratelli Luigi e Michele Cuomo e dei fratelli De Napoli da un lato e con il gruppo D’Elia, Marco Iannone, Tortora dall’altro e, quindi, prima della loro riappacificazione successiva. De Rosa vive al corso Vittorio Emanuele, verso l’area di Casale nuovo, dove è forte il gruppo dei Cuomo ma si sarebbe riferito ai D’Elia.
Per Caso, invece, il gip ha ritenuto la sussistenza solo della presenza di uno o più episodi di spaccio di modiche quantità di stupefacenti, per conto di Giuseppe Petti, da qui la misura cautelare più lieve.
Questa parte dell’inchiesta è stata seguita dalla polizia di stato del commissariato di Nocera Inferiore e dalla Squadra mobile di Salerno.
L’indagine è tutt’altro che conclusa e promette nuovi sviluppi interessanti.
De Rosa citato come testimone da Iannone per sostenere la sua innocenza.
Era uno dei testimoni che avrebbe dovuto garantire l’estraneità di Marco Iannone all’accusa di aver partecipato alle fasi quantomeno precedenti la sparatoria del 25 ottobre in via D’Alessandro. Ciro De Rosa, arrestato ieri mattina, era stato citato dal 34enne Marco Iannone nell’interrogatorio di garanzia di fine ottobre, dopo che era stato arrestato assieme a Mario Tortora per i fatti che precedenti la sparatoria tra cinque-sei persone contro “Checco la mafia”, al secolo Francesco Manzo. Secondo Iannone, non poteva essere lui ad aver portato le armi necessarie all’agguato perché si trovava assieme a De Rosa che lo aveva accompagnato in via D’Alessandro preoccupato dalla notizia di una rapina in corso nei pressi dove abita il fratello di Iannone.