Un volume autobiografico nel quale l’autore racconta gli ultimi 10 giorni della figlia, in coma nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale Cantonale di Lugano, una storia privata che apre una grande riflessione sull’utilità della donazione organi. E’ racchiuso in 156 pagine il racconto di Giuseppe Battista, l’autore italo svizzero nato a Salerno, del libro “Dieci Giorni” (Aletti Editore), protagonista di una terribile tragedia familiare accaduta a Lugano nella primavera del 2010, diventata uno spunto per un racconto di grande amore e generosità.
Una storia autentica e coinvolgente che sorprende il lettore emozionandolo e coinvolgendolo nella vicenda come un diario degli ultimi giorni di sua figlia colpita all’improvviso da un’emorragia cerebrale dove l’autore racconta paure, angosce provate nei dieci giorni successivi che gli hanno cambiato la vita. Attese, speranze, un susseguirsi di emozioni, un dolore grande, una domanda ricorrente” Perche?”, un percorso che si tramuta in tragedia con l’accettazione della morte e la difficilissima scelta di fronte alla richiesta dei sanitari di dare il consenso per la donazione degli organi.
Il libro”Dieci Giorni” del salernitano Giuseppe Battista affronta con molto rispetto anche il tema bioetico che garantisce, a tutti i costi, la privacy dei riceventi e delle loro famiglie nei casi di donazione di organi, ma allo stesso tempo pone una riflessione su perché, su richiesta del ricevente, non consentire a chi riceve un dono così grande di poter conoscere i familiari del donatore.
Il libro è stato ripreso da diversi siti on line relativamente al tema delle donazioni di organi (oltre 14.000 persone hanno letto la presentazione del libero pubblicata da Libero), una storia privata presa ad esempio per sensibilizzare maggiormente l’opinione pubblica sui trapianti d’organi ed i donatori. Al 31 agosto 2014, secondo i dati diffusi dal Centro nazionale trapianti, i pazienti trapiantati in Italia sono stati 2.944 contro i 2.841 nel 2013. Gli organi trapiantati sono stati 3.117 nel 2013 contro i 3.168 del 2014. Per quanto riguarda i donatori, si e’ passati da 1.318 del 2013 a 1.367 del 2014.
L’autore Giuseppe Battista domani sarà a Salerno per trascorrere qualche giorno nella sua città natale.
La storia. Quattro anni fa l’autore del libro, originario di Salerno, ha perduto sua figlia a causa di un’improvvisa emorragia cerebrale. Aveva adottato Daniela 13 anni prima, quando lei aveva solo 9 anni. Questo racconto descrive i suoi ultimi dieci giorni di vita trascorsi in coma nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale Cantonale di Lugano. È una storia di immensa disperazione per la perdita di una figlia ma anche di infinito amore. Nella storia si intrecciano, inevitabili, i temi dell’adozione e della donazione di organi.
La protagonista della storia è Daniela, ma l’inserimento di frequenti flashback e ricordi rendono suo padre e sua madre disperati coprotagonisti. Il libro prova a raccontare dal punto di vista di un genitore cosa significhi perdere una figlia. Quale angoscia possano provare un padre e una madre di fronte alla richiesta dei sanitari di dare il consenso per il prelievo degli organi della loro bambina quando il suo cuore sta ancora battendo, quando si può ancora sentirla viva e calda quando la si accarezza.
Questo libro prova a raccontare la disperazione di dover accettare la morte cerebrale.Il racconto si conclude nel presente (quattro anni dopo) con un pensiero alle persone che grazie alla donazione degli organi di Daniela, possono continuare a vivere o a vivere meglio.
Giuseppe Battista
Cittadino italo-svizzero nato a Salerno l’11 agosto 1961. Dopo il conseguimento della laurea in Informatica all’Università degli studi di Salerno si è trasferito a Roma dove ha lavorato per 5 anni come consulente informatico quasi sempre in giro per l’Italia.
Nel 1989 si è trasferito in Svizzera dove ha vissuto a Lugano fino al 2007 e poi a Berna dove vive tuttora con la sua famiglia.
posato con Doris dal 1998, alla loro famiglia si sono unite Daniela (figlia di Doris nata nel 1988 adottata da Giuseppe nel 2001 e poi scomparsa tragicamente nel 2010, Alexia nata nel 1998 ed adottata da entrambi nel 2002 e Gioia figlia naturale nata nel 1999). Informatico e leader di successo ha ricoperto varie funzioni manageriali nelle varie aziende in cui ha lavorato.
Dopo le vicende narrate nel libro, ha deciso di ridurre le sue responsabilità in ambito operativo per poter disporre di maggior tempo da dedicare alla famiglia.
Dal 2007 lavora presso una grande azienda di telecomunicazioni in Svizzera dove attualmente ricopre la carica di Head of Compliance and Risk Management.