Agro/Piana del Sele/Cilento, truffe bonus 110% in 98 nei guai

Sequestrati 607milioni di euro

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Terminati i sequestri a carico di una 40 di imprenditori della provincia di Salerno coinvolti nell’inchiesta sulle truffe ai danni dello stato per aver intascato assieme ad un’altra sessantina di loro colleghi 607 milioni di euro con il superbonus facciate e 110%.
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A vedersi eseguire i sequestri che fanno parte di una tranche dell’indagine della procura della repubblica di Napoli Nord sono stati titolari di gelaterie, sale giochi, profumerie e ambulanti, perlopiù dell’Agro nocerino, ma anche della Piana del Sele e del Cilento.

Ad indagare la Guardia di finanza di Frattamaggiore ben 40 sono della provincia di Salerno, al comando del tenete colonnello Carmine Bellucci (che era stato negli anni scorsi al comando della compagnia porto a via Ligea). Per i militari di Frattamaggiore questa è il quarto filone d’inchiesta di un’indagine che ancora non è conclusa e che potrebbe allargarsi.

Le indagini hanno già portato nel 2022 già a un primo sequestro da circa 903 milioni di euro, in relazione alla circolazione di crediti fittizi per lavori di ristrutturazione e di efficientamento energetico e a canoni di locazione previsti dal Decreto “rilancio”. Questo conclusosi in queste ore è per altri 607 milioni di euro, portando il complessivo dell’importo truffato sale 1,5 miliardi di euro di crediti falsi, originati per lo più nel biennio 2021/2022.
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COME AGIVANO
L’inchiesta. Scoperti crediti riconducibili a bonus fiscali per la riqualificazione energica, ristrutturazione e adeguamento sismico che in realtà mai eseguiti, spesso vantati da società prive di qualsivoglia consistenza aziendale e solidità patrimoniale. In alcuni casi, i lavori sarebbero stati addirittura eseguiti da società che, nell’oggetto sociale, non svolgevano i lavori di impiantistica o di costruzioni ma erano gelaterie, profumerie, sala giochi e commercio ambulante, e da persone che svolgevano i più disparati lavori.

E come se non bastassero i legali rappresentanti di alcune società cessionarie dei crediti, di fatto mai esistite o decotte, percepivano o avevano richiesto il reddito di cittadinanza, altro che imprenditori. Insomma, tuffavano sui superbonus e pur sul reddito di cittadinanza, ma sono riusciti a movimentare crediti per centinaia di milioni di euro. Già a lavoro un nutrito pool di avvocati, come Stanislao Sessa.
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IL FILONE SALERNITANO
Accendendo un focus nella provincia di Salerno si scopre che dei 40 finiti nell’inchiesta, tra imprese e società, il comune dove ci sono stati più indagati è Sarno con nove posizioni, segue Nocera Inferiore con otto, Eboli e Scafati con quattro ciascuno, Pagani e Roccapiemonte con tre, Salerno e Battipaglia ciascuna con due e poi con una rispettivamente Angri, San Marzano Sul Sarno, Agropoli, Nocera Superiore e Gioi Cilento.
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Un 40enne di Battipaglia, con quattro società, avrebbe truffato 13,6 milioni di euro (e già era stato destinatario di altri sequestri): in questo caso, è interessato alla gestione di ditte di impianti tecnologici, disbrigo pratiche, gestione attività, istallazione impianti elettrici, vendita di porte e finestre.

A Eboli, nell’attività delle fiamme gialle è finito un titolare di una società di costruzioni avrebbe truffato 11,8 milioni di euro sempre con lavori mai eseguiti. A Pagani, avrebbe operato un altro truffatore per centinaia di miglia di euro.

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