Entro il 30 settembre c’era l’obbligo di chiedere la gestione comunale dell’acqua

Se non è stata rispettata questa data, le reti dovevano passare alla Gori. Il parere pro veritate chiesto dal Comune di Roccapiemonte

Braccio di ferro tra Comune di Roccapiemonte e Gori Spa, arriva il parere pro-veritate. A richiederlo l’amministrazione comunale del sindaco Carmine Pagano all’avvocato cassazionista Luigi Tretola che nei giorni scorsi ha terminato il suo lavoro. Un punto fermo nel braccio di ferro, mentre sul Comune pendono alcune sentenze, in particolare quella del Consiglio di Stato che attribuisce, come da legge regionale, la titolarità della gestione idrica alla Gori, mentre un ulteriore giudizio del Consiglio di Stato è tutt’ora in corso.

LO SPIRAGLIO
L’avvocato Tretola ha aperto uno spiraglio: c’è una possibilità di gestire autonomamente il servizio idrico attraverso la richiesta all’Eic, Ente idrico campano, di riconoscimento della “gestione salvaguardata” dimostrando che il Comune di Roccapiemonte garantisce il servizio ad un prezzo più economico, efficace ed efficiente rispetto al gestore unico.
L’Eic, con deliberazione n.19 del 18 maggio 2022, recependo la legge 29 dicembre 2021 n. 233 (di conversione del D.L. 6 novembre 2021 n. 152, recante disposizioni di attuazione del PNRR) si è espresso a favore delle gestioni salvaguardate.

IL LIMITE DEL 30 SETTEMBRE 2022
Le gestioni autonome non riconosciute avevano l’obbligo di confluire nella gestione unica a partire dal 1 luglio 2022 con affidamento al gestore unico entro il 30 settembre 2022. Il mancato trasferimento al gestore unico comporterebbe l’attivazione del potere sostitutivo del Presidente della Regione e, in aggiunta, del Consiglio dei Ministri, con sanzioni per il Comune. I comuni campani che hanno ottenuto, da parte dell’Eic, il riconoscimento di gestione in salvaguardia sono stati Avella, Baiano, Serino, Solofra e Sperone. Mancano dall’elenco Calvanico ma anche Roccapiemonte. Il tempo, a questo punto, sembrerebbe scaduto.

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