Salta l’accordo Pd-Azione, nel Salernitano nuove candidature da trovare

Il dietrofront di Calenda riapre diversi spazi e c’è chi non piange, anzi plaude alla rottura

“Adesso Calenda potrà drenare molti più voti al centrodestra di quanti ne avrebbe portati al Pd: questa rottura per ora può essere vista come un dramma, ma dopo le elezioni potrebbe essere una scelta vincente”.

Non manca chi nel centrosinistra della Campania vede positivamente la scelta di Carlo Calenda e di Azione di abbandonare la coalizione con il Pd, stretta solo ad inizio mese, a causa del secondo patto dei democrat con Verdi-Sinistra Italiana. Una rottura alla quale hanno contribuito le continue bordate proprio dalla sinistra contro l’Agenda Draghi e le posizioni sulla Nato.

Un addio di Calenda per alcuni un modo per favorire il centrodestra, ma per altri una manovra che finirebbe per indebolire ancor di più la coalizione Meloni-Salvini-Berlusconi perché catalizzerebbe su Azione l’attenzione di quei lettori che mal digeriscono l’alleanza con Fratelli d’Italia quanto con il Pd.

LE NUOVE CANDIDATURE
Il Pd e i suoi alleati devono ora pensare a rimpiazzare le candidature promesse nei collegi promessi ad Azione. In provincia di Salerno doveva essere uno, si diceva di una donna per il collegio sud alla Camera, anche se si parlava di una proposta di Calenda su Scafati-Nocera-Costiera amalfitana, risolvendo il problema Luca Cascone, che molti vorrebbero proposto alla Camera in quell’ambito, togliendo una delle pedine fondamentali del Pd alla Regione, essendo presidente della commissione consiliare per i Trasporti. Cascone, a questo punto, dovrebbe essere della partita elettorale.

È tramontata la candidatura dell’uomo forte del Pd, il più votato alle scorse elezioni regionali, Franco Picarone, altra pedina fondamentale alla Regione (è presidente della commissione Bilancio), anche per evitare che al suo posto venisse eletto Simone Valiante (antideluchiano all’interno del partito democratico e primo dei non eletti).

Lanciata per una candidatura in una posizione importante è Paola Lanzara, fresca di oltre il 70% dei consensi ricevuti alle scorse elezioni che l’hanno riconfermata sindaco: sul suo cammino, però, la richiesta del capolista al proporzionale da parte del Pd di Avellino (l’Avellinese e il Salernitano fanno parte del collegio proporzionale unico alla camera).

Uno dei collegi della provincia di Salerno dovrebbe andare ai Verdi-Si, si dice quello a sud o anche nell’Agro nocerino, in una logica di far quadrare i conti con il Pd, ma nomi al momento, in grado di tirare voti all’estero del centrosinistra non se ne vedono.

Nell’unico collegio senatoriale, per il centrosinistra si profila la candidatura del vicepresidente della Regione, Fulvio Bonavitacola, a meno che si scelga Gianfranco Violante per Palazzo Madama e non per la Camera, dove spostare il n.2 di De Luca.
Va ricordato anche che c’è il caso Piero De Luca da candidare in un sicuro seggio proporzionale.

LE ALTRE CANDIDATURE
Nel centrodestra certa è solo la candidatura nel collegio Scafati-Nocera-Costiera amalfitana e al proporzionale di Edmondo Cirielli, esponente di spicco di Fratelli d’Italia e da più legislature questore alla Camera.

Cirielli è in predicato, in caso di vittoria del centrodestra, di diventare ministro. Unico problema per lui al maggioritario una candidatura forte del centrosinistra, semmai al di fuori dagli schemi politici, capace di attirare voti non di area. Da chiudere anche le caselle di altri collegi nel centrodestra con Giuseppe Fabbricatore, Imma Vietri, il senatore uscente Antonio Iannone, il consigliere regionale Nunzio Carpentieri e Alberico Gambino. Importante sarà incastrare le caselle con Forza Italia, in provincia di Salerno in grave crisi, Udc e Lega.

Pronta a ricandidarsi per il Movimento cinque stelle Virginia Villani, la candidata più visibile dei pentastellati, mentre di molti durante la scorsa legislatura si è persa traccia, mentre altri sono incandidabili per la regola pentastellata del doppio mandato.

Non si candiderà Nicola Provenza per sua decisione. Mentre sia tra i pentastellati sia tra nel Pd si spera in un ritorno di fiamma che vedrebbe interessati anche il gruppo Verdi-Si.

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