«Il sogno? Una Salernitana forte e pace tra le tifoserie della Campania»

Intervista con Celeste Bucciarelli, 82enne presidente del club Le Fedelissime, è il primo appuntamento di “Dalla storia nella storia, viaggio nel cuore del tifo Salernitano”

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Ha dovuto con le prime sue amiche superare anche il pregiudizio delle donne tifose allo stadio, ma la passione per il calcio e la Salernitana è stata più forte e da quel 1985, Celeste Bucciarelli è la regina del tifo granata. Proprio 37 anni fa, iniziava l’avventura delle Fedelissime con donna Celeste, che ancora oggi è il punto di riferimento dei supporter salernitani.

«Quando nel 1985 fondammo il club Le fedelissime – ricorda la “regina” -, andavamo chiedendo i soldi ai bar per poter costituire il club. Insieme a due mie amiche abbiamo creduto nell’impresa, superando anche le chiacchiere di quanti non volevano tante donne sul campo sportivo. I mariti non volevano che le mogli andassero a vedere la partite. Dopo tanti anni, noi siamo tantissime». Oggi continua a seguire la compagine del Cavalluccio e fuori al balcone di casa sua al Carmine, una grande barriera granata.

Donna Celeste, come è iniziata questa passione?
«Mio fratello giocava nella Paganese e io lo seguivo. Poi mio padre gli disse: “Lascia stare il calcio che non ti darà da vivere”. Lui smise, ma io ho continuato a seguire sempre più la passione per il Calcio e per la Salernitana».

In oltre sessant’anni di tifo, qual è la più grande gioia e la più grande tristezza che ha provato con la Salernitana?
«Beh la tristezza maggiore sicuramente la retrocessione dalla serie A, dopo la partita a Piacenza del 23 maggio 1999, seguita dalla tragedia dei poveri ragazzi morti nel treno che li riportava nella loro Salerno. La gioia più grande, il 9 giugno 2019, spareggio per non retrocedere dalla Serie B alla C, finita 3-4 ai rigori allo stadio di Venezia. Mentre si tiravano i rigori, uscì fuori per non vederli e sentirmi male. Furono i giornalisti di una televisione veneta ad avvertirmi: “Signora, non vi preoccupate, è finita“. Dalla gioia scoppiai a piangere».

I tifosi granata le hanno più volte tributato onori?
«Mi hanno organizzato una festa al Vestuti, con la presenza anche di De Luca. Mi ha fatto piacere perché li ho potuti vedere tutti e lì, prima che io muoia».

Una rimonta incredibile, quella dei Granata, passando dall’inferno al paradiso, grazie anche alla nuova compagine societaria e al presidente Danilo Iervolino?
«Iervolino ama la Salernitana e così anche la moglie e i figli che conosco. Sono ovviamente felicissima che la Salernitana sia rimasta in Serie A, ma anche se fosse retrocessa in B sarei stata comunque felice nel vedere che una società ha combattuto fino all’ultimo per mantenere la massima serie. La gioia notevole è vedere la squadra che era l’ultimo posto salvarsi, dimostrando valori e identità».

Il presidente ha detto che in tre anni vuole dare un occhio all’Europa, obiettivo possibile?
«Non mettiamo mai limiti alla Provvidenza. Ma è importante anche un’altra cosa!

Cosa?
«I tifosi sono sempre nel mio cuore, quelli di Salerno e di tutta la provincia. E mi rivolgo anche ai tifosi della Nocerina, della Cavese, del Napoli di altre squadre divisi da noi per il tifo. Noi non dobbiamo dividerci, dobbiamo stare tutti insieme per tifare le squadre del nostro territorio. Dobbiamo smettere di farci la guerra tra di noi e coalizzarci, come fanno soprattutto a Nord. Speriamo che un domani, prima di morire, tutti i tifosi della provincia di Salerno possano tifare per tutte le squadre campane».
Fabio Falcone

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