Salerno era diventata una stella che brillava nel firmamento dei comuni ricicloni, arrivando addirittura al 72% di raccolta differenziata, ben sette punti al di sopra del 65%, minimo previsto dalla legge e ancora oggi un obiettivo lontano per i comuni medio grandi
Ma invece di progredire o quantomeno di mantenere la posizione, a causa di problemi organizzativi del servizio, di lunghe diatribe per superare la suddivisione delle aree della città tra più operatori, cambi di presidenti di Salerno Pulita, la società in house che gestisce l’igiene pubblica in città, e un crollo nei controlli e nelle sanzioni ai cittadini indisciplinati avevano innescato una diminuzione inesorabile. Ogni anni, la percentuale di raccolta differenziata diminuiva, fino a scendere sotto a quota 65% e a piombare al 59,63% del 2019. Meno differenziata più costi. Nell’ultimo anno di riferimento, il 2020 la risalita al 59,76%. Una percentuale irrilevante ma che porta il segno più davanti alla gestione del 2020 rispetto al 2019.
Ovviamente ha inciso sulla performance la pandemia da Covid 19, con il lockdown, lunghi periodi di chiusure di diverse attività commerciali, in particolare negozi di abbigliamento, bar, ristoranti e mercati rionali, cosa che ha prodotto un minor conferimento da parte di queste attività. Di contro, però, le misure di contrasto alla diffusione del virus hanno determinato la quarantena di 300 nuclei familiari a settimana che, non differenziando i rifiuti, hanno portato ad un aumento dell’indifferenziato e di conseguenza ad una riduzione percentuali di diverse tipologie di materiali da avviare al riciclo.
Sempre nel 2020, inoltre, il ritiro dei rifiuti nei porti turistici pubblici è passata dall’Autorità d Sistema portuale al Comune che, di conseguenza, l’ha affidata a Salerno Pulita. Purtroppo i concessionari e i diportisti erano abituati a non differenziare i rifiuti e l’unico modo per raccoglierli, limitando i danni, è stato quello di assimilarli all’indifferenziato. La quantità di rifiuti prodotti nel 2020 dai salernitani è stata di circa duemila tonnellate in meno rispetto al 2019 (35.171 contro le 37,214 dell’anno precedente). Alla luce di questi dati e delle considerazioni precedenti, l’aver di fatto arrestato la tendenza alla flessione percentuale della differenziata, obiettivo raggiunto grazie a processi di ottimizzazione della raccolta e dello spazzamento, è da considerarsi un fatto positivo. Per chi è interessato ad approfondire le differenze settore per settore della raccolta dei rifiuti basta vedere non tanto le “torte” sulle percentuali di differenziata, ma è più utile cliccare su “Scarica i dati completi” della pagina dedicata ai “Numeri della differenziata”.