Una condanna per l’imputato di Sant’Egidio del Monte Albino che in appello potrebbero diminuire sensibilmente
Uccise l’amante con una coltellata, 25 anni di reclusione a Nicola Del Sorbo. Si è conclusa con la concessione all’imputato delle attenuanti generiche equivalenti il processo in corte d’Assise a Napoli per l’omicidio della 31enne Luana Rainone di Sarno, ma residente a San Valentino Torio. La donna sparì il 23 luglio dello scorso anno e lo stesso giorno fu uccisa. Il suo corpo fu fatto ritrovare da Del Sorbo solo il 3 settembre successivo, immerso in una vasca di raccolto delle acque nere. Le indagini pressanti dei carabinieri di Nocera e Salerno e della procura nocerina portarono a chiarire il caso in poco tempo. Rainone e Del Sorbo avrebbero avuto una relazione extraconiugale da diversi anni. Lui con due matrimoni e sette figli alle spalle, lei sposata e con una bimba. I due si sarebbero incontrati nel pomeriggio del 23 luglio dello scorso anno per raggiungere l’abitazione nelle campagne di Poggiomarino dove vive Del Sorbo, a pochi metri dal confine con San Valentino Torio. Qui, secondo il racconto dell’imputato, avrebbero consumato cocaina, ma dopo sarebbe nata una lite: Luana avrebbe preteso dall’amante che lasciasse l’attuale compagna e i figli per andare a vivere con lei e lo avrebbe minacciato di chiamarne la consorte per rivelare la loro relazione. A dire di Del Sorbo, lui avrebbe strappato il telefono dalle mani a Luana per impedirle di telefonare, ma la 31enne gli avrebbe sferrato un calcio e un pugno. A questo punto, Del Sorbo avrebbe preso un coltello che aveva utilizzato poco prima per suddividere la cocaina in strisce e avrebbe sferrato una sola coltellata alla gola della vittima.
La 31enne avrebbe cominciato a perdere molto sangue e il suo amante, secondo quanto questi ha raccontato, avrebbe cercato di tamponarne la fuoriuscita con un cuscino. Passato del tempo, invece di chiamare il 118 per soccorrerla, l’assassino non avrebbe fatto nulla, a suo dire, per lo spavento. Una volta morta, Del Sorbo avvolse in un lenzuolo del letto dove si trovava, la mise in una busta di plastica e poi in una coperta, legata alle estremità. Caricato tutto sulle spalle, l’avrebbe gettata nella vasca Imhoff che era in quel momento inutilizzata, sul retro della baracca, ricoprendola con delle sterpaglie. A conclusione di una durissima requisitoria, il pm della procura di Torre Annunziata, competente dopo il ritrovamento del cadavere a Poggiomarino, aveva chiesto la condanna dell’imputato all’ergastolo, visti i fatti e il passato turbolento di Del Sorbo, condannato a sei anni di reclusione per violenza privata ed estorsione a un familiare per ottenere soldi e comprare stupefacenti. L’avvocato difensore, Luigi Senatore, invece, aveva chiesto la derubricazione del reato da omicidio volontario a preterintenzionale e le concessioni delle attenuanti generiche prevalenti, e quindi una pena molto più lieve. La Corte d’Assise ha confermato la volontarietà dell’omicidio ma ha concesso le attenuanti generiche, probabilmente, lo si saprà solo con la lettura delle motivazione fra 60 giorni, in considerazione della confessione dell’imputato che ha fatto ritrovare il cadavere, il telefonino della vittima e l’arma del delitto. Non è escluso che venga presentato dalla difesa ricorso in appello per riconoscere soprattutto la derubricazione dell’assassinio da volontario a preterintenzionale, ossia Del Sorbo aveva l’intenzione di fare del male a Luana ma non di ucciderla, come l’imputato ha dichiarato dal primo momento, il che porterebbe ad una riduzione della pena di ulteriori 10 anni di reclusione.