Presentato il rapporto Pendolaria di Legambiente
In Campania continua ad aumentare l’età media dei treni, nonostante segnali di investimento e dei primi inserimenti di nuovi convogli nel corso degli ultimi mesi. Complessivamente sono 352 i treni in servizio sulla rete regionale, con una età media dei convogli in circolazione sulla rete regionale di 19,9 anni, con il 65,9% dei treni con più di 15 anni di età. È quanto emerge dal rapporto Pendolaria 2021 sullo stato del trasporto ferroviario in Italia, presentato stamattina da Legambiente. “Su alcune linee gestite da Trenitalia l’arrivo di nuovi treni ha portato anche a risultati in crescita relativa rispetto all’andamento dei passeggeri, ad esempio con i treni Rock sulla linea storica Roma-Napoli”, fa presente Legambiente, che però segnala come pesi ancora “l’anzianità del parco rotabile di EAV (ex Circumvesuviane, Sepsa e MetroCampania NordEst) anche se buone notizie arrivano dal finanziamento (tramite fondi BEI) di 68 milioni per l’acquisto di 40 nuovi convogli entro il 2025”. Eppure, “non basta rinnovare il parco circolante, dobbiamo anche disporre di più treni per aumentare l’offerta di servizio in particolare nelle aree urbane nelle ore di punta. Non basta disporre di infrastrutture – riporta Pendolaria -, occorre anche che i mezzi passino con la giusta frequenza, per garantire un’offerta di qualita’, in particolare nelle ore di punta più affollate”. A Napoli, inoltre, la linea 1 e la linea 2 di metro vedono ancora frequenze non all’altezza rispetto alla domanda. Bene, rileva Legambiente, che “dopo i pesanti tagli effettuati in passato” continuino gli investimenti per rinnovare il parco rotabile, con 177 milioni di euro destinati a Trenitalia (42,1 milioni) e Eav (circa 135 milioni), arrivando allo 0,84% del bilancio. Inoltre, per la linea 1 della metropolitana di Napoli è prevista da febbraio 2021 la messa in esercizio di 20 nuove vetture all’avanguardia “che porteranno, si spera, la frequenza di attesa a 5 minuti, con una capacità di 1.200 persone rispetto alle 800 di oggi, di cui 130 sedute”.
“La situazione del trasporto pubblico per i pendolari continua ad essere drammatica e insostenibile. E i risultati si vedono: anno dopo anno si registra una quota crescente di cittadini/pendolari che ritornano all’auto con una preoccupante ricaduta sociale, economica e ambientale. Per la Campania, come per l’intero Paese, è proprio il caso di dirlo, è uno di quei treni che “passano una volta sola”, ma una buona parte del Paese rischia di attenderlo sul binario sbagliato: il Next Generation EU potrebbe rappresentare la svolta per un trasporto su ferro sostenibile, se le risorse europee disponibili fossero accompagnate da una chiara e puntuale visione di obiettivi, riforme e investimenti che da qui al 2030 guardino in primo luogo agli spostamenti nelle aree urbane e alla rete ferroviaria del Sud”. Così Mariateresa Imparato, presidente Legambiente CAMPANIA, sullo stato del trasporto ferroviario sul territorio regionale analizzato nel rapporto Pendolaria, da cui è emerso un vertiginoso calo dei pendolari e una conferma dell’età troppo elevata dei treni in circolazione. “Al centro del Recovery Plan – suggerisce – vanno messe scelte di mobilità al 2030 capaci di accelerare la decarbonizzazione e migliorare l’accessibilità. In tal senso, un ruolo di primo piano devono giocare le aree urbane dove avvengono oltre due terzi degli spostamenti delle persone e l’obiettivo deve essere incrementare il numero di viaggi al giorno su treni regionali e metropolitane”. Per Legambiente sono tre gli obiettivi prioritari da porre al centro degli investimenti nei prossimi dieci anni per rilanciare la mobilità sostenibile nel nostro Paese: recuperare i ritardi infrastrutturali nelle aree metropolitane, elettrificare le linee ferroviarie al Sud e potenziare le linee nazionali secondarie e completare il rinnovo e il potenziamento del parco circolante.