Chiude l’assostampa napoletana: il famoso sindacato dei giornalisti

Di seguito il comunicato pervenutoci in redazione.
Una ventennale controversia col Comune di Napoli tra detrattori, strumentalizzazioni, calunniatori livorosi che, con i loro meschini tentativi di sciacallaggio, lasceranno il tempo che trovano e, chissà, magari anche qualche spicciolo per risarcire insinuazioni tanto menzognere quanto passibili di inevitabili querele L’Associazione Napoletana della Stampa, lo storico Sindacato dei giornalisti, chiude i battenti. È costretta a farlo a seguito di una sentenza della Corte di Cassazione che ha messo la parola fine ad un contenzioso con il Comune di Napoli che, nel lontano 1993, intimava lo sfratto ai giornalisti che avevano stabilito la sede del Circolo della Stampa presso la Casina del Boschetto, in Villa Comunale. La vicenda, peraltro, trae origine ancora prima, quando nel 1984 (Colimoro aveva 14 anni!!!) l Comune chiedeva ai giornalisti un adeguamento del canone di locazione per i locali del Circolo della Stampa e, in assenza di una risposta, diede poi vita all’azione giudiziaria culminata con lo sfratto (novembre 1999). Dell’intera vicenda si sarebbero dovuti occupare, nel corso degli anni, tra giudizi di primo grado, Appello e, da ultimo, la Cassazione, diversi direttivi dell’Assostampa nell’arco temporale di oltre venti anni ma, come risulta dagli atti reperiti presso l’archivio della stessa Associazione, non si è riusciti a risolvere la questione in via transattiva, evidentemente confidando, in maniera errata, nell’azione giudiziaria intrapresa. Nello specifico, come è stato illustrato nel corso dell’ultima Assembla del 31.3.2014, il Comune di Napoli conveniva in giudizio innanzi all’allora Pretore di Napoli l’Associazione Napoletana della Stampa per l’udienza dell’ 11.06.1993. Per amor di verità, bisogna ricordare che a quell’epoca il Presidente era Lello Barbuto (sostituito nel 1994 per avvenuto decesso da Franco Maresca). A detta udienza nessuno compariva per l’Associazione Napoletana della Stampa, per cui il Pretore di Napoli convalidava lo sfratto per finita locazione al 04.05.1985. Intanto, dal 1995 al 1997 si insedia, a seguito di nuove elezioni dell’Associazione Napoletana della Stampa, un nuovo direttivo con al vertice ancora il Presidente Franco Maresca. Dopo alterne vicende, meglio specificate nella Relazione approvata dall’Assemblea del 31.3.2014 (in allegato), si arrivava alla sentenza della Corte di Appello di Napoli che condannava l’Assostampa al risarcimento dei danni in favore del Comune di Napoli di circa tre milioni di euro. Si arriva così al Ricorso in Cassazione, sotto la Presidenza di Gianni Ambrosino, il cui esito , com’è noto, è stato negativo per l’Associazione. Il 19.06.2013 , infatti, ad oltre venti anni dal primo atto con il quale il Comune di Napoli aveva intimato lo sfratto, viene notificata all’attuale Presidente dell’Assostampa, Enzo Colimoro, la sentenza definitiva della Suprema Corte di Cassazione per la quale il Sindacato deve versare una somma che, tenuto conto del passare degli anni e del meccanismo di interessi legali e rivalutazione monetaria, ammonta a 3.457.760,75 secondo la quantificazione operata dallo stesso Comune di Napoli nell’atto di pignoramento presso terzi notificato nel febbraio 2014.

Una situazione aberrante, dunque, che vede quello che era divenuto, negli ultimi anni, un Sindacato virtuoso, con un direttivo che, per la prima volta, ha affiancato, sostenuto, assistito concretamente, tutti i giornalisti che si sono rivolti ad esso in quest’epoca buia di crisi, costretto ad assumere responsabilità risalenti negli anni e adottare decisioni che inevitabilmente ne determineranno la fine, vista l’impossibilità di far fronte a questa cifra. Dopo la Relazione all’assemblea del Presidente e del Tesoriere, Filiberto Passananti, i giornalisti hanno votato non solo il documento politico allegato ma anche la relazione contabile e il bilancio, tenuto conto che, documenti alla mano, è stato dimostrato che dal Luglio 2007 (data dell’inizio della Presidenza Colimoro e della tesoreria di Passananti) ad oggi la gestione, dal punto di vista amministrativo e contabile è stata non solo correttissima, ma irreprensibile, onesta e trasparente. E chi ha conosciuto il prima ed il dopo, non ha potuto che darne atto. “La nostra gestione – ha sostenuto Passananti- che partiva da una disponibilità finanziaria di euro 11.888,24 verificate all’atto del nostro insediamento, è stata in grado di assicurare il pagamento degli stipendi, canoni di locazione, utenze, ecc. nonché il pagamento totale del TFR maturato dai dipendenti dal nostro insediamento sino ad oggi”. Il Presidente Colimoro, che si è visto manifestare in questi giorni la solidarietà, l’affetto e la riconoscenza dei tantissimi giornalisti che hanno trovato in lui un punto di riferimento competente, affidabile e risolutivo di tantissime e complicate vicende lavorative, sottolinea: “Non vi è dubbio che, proprio per la scansione temporale degli eventi, il Consiglio Direttivo in carica risulta assolutamente estraneo ad ogni atto, decisione, comportamento adottato per quanto riguarda la questione della “Casina del Boschetto”. E, consentitemelo, oltre all’estraneità, noi tutti, ed io in prima persona, siamo i primi danneggiati da questa situazione paradossale, che ha travolto tutto il lavoro di costruzione, di trasformazione positiva, di sviluppo che, con impegno e fatica, eravamo riusciti a fare in questi anni, nonostante il sindacato come istituzione del mondo del lavoro viva la più grande crisi di ruolo e rappresentanza proprio per la mancanza di lavoro e di possibilità di trovarlo”. Del resto, che il Direttivo ancora in carica non abbia nulla da temere non solo dal punto di vista della gestione trasparente ma da quello strettamente giuridico è dimostrato dal fatto che, proprio per la natura dell’Associazione Napoletana della Stampa, al pari di tutte le altre Associazioni non riconosciute, non può esserci una responsabilità personale per chi non ha avuto un ruolo nelle obbligazioni assunte dalla stessa Associazione. Obbligazioni (e debiti) che, come risulta chiaramente, risalgono addirittura a venti anni orsono.Tanto, deve sottolinearsi, in applicazione delle disposizioni agli artt: 36 e 38 del Codice Civile. E’ comprensibile, pertanto, che il Presidente Colimoro in queste ore si sia dichiarato profondamente amareggiato e disgustato dal comportamento ignobile di alcuni detrattori storici e insinuatori in malafede dell’ultima ora, che, sui social media, hanno provato a strumentalizzare una vicenda triste per l’intera categoria, avvicinando all’antica vicenda dell’Assostampa, il nome dell’attuale Presidente e dell’intero Consiglio Direttivo. Calunniatori livorosi che, con i loro meschini tentativi di sciacallaggio, lasceranno il tempo che trovano e chissà, magari anche qualche spicciolo per risarcire insinuazioni tanto menzognere quanto passibili di inevitabili querele.

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