Il commissario straordinario all’emergenza assicura nuovi invii di vaccini e parla del record europeo di vaccinati che spetta all’Italia
«Dobbiamo complimentarci con il presidente De Luca perché la campagna di vaccinazioni in Campania evidentemente ha avuto un successo straordinario». A sottolinearlo Domenico Arcuri, commissario straordinario per l’emergenza coronavirus, intervenendo a Mezz’ora in più su Rai3. L’intervento segue le dichiarazioni del presidente della Giunta regionale della Campania che annunciava lo stop alle vaccinazioni in ragione per esaurimento delle dosi e si lamentava per la sperequazione nella distribuzione fatta a monte
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«Il presidente sa che da domani inizierà una nuova distribuzione dei vaccini – ha spiegato Arcuri alla domanda della conduttrice Lucia Annunziata che gli citava la polemica del Governatore campano -. Il presidente della Campania sa già che domani ci sarà la nuova distribuzione dei vaccini. Lui ha giustamente lanciato l’allarme ma se domani il modello distributivo di Pfizer funzionerà, e io non ho dubbi di questo, riceverà le nuove dosi». Il commissario aggiunge poi; «Mi chiedo cosa sarebbe successo se un governatore invece avesse tenuto i 60mila vaccini ricevuti in un freezer e non li avesse somministrati».
IL RECORD ITALIANO
Arcuri ha commentato anche la notizia dell’Italia prima stato per vaccinazioni in Europa: «Noi abbiamo vaccinato in 10 giorni 600mila persone, pensiamo di continuare a ritmo crescente, e vediamo anche se lontano la fine del tunnel».
LA SITUAZIONE IN ITALIA
Arcui ha specificato: «Noi abbiamo avuto nel pieno della seconda ondata l’indice Rt che è arrivato vicino a 2, sono state introdotte misure di contenimento e si è abbassato fino ad arrivare sotto l’1. Nelle ultime settimane questo indice è ricominciato a salire. È sopra 1, lontano da quello di qualche tempo fa ma diverso anche da 0,8… La vicenda è molto semplice, abbiamo capito tutti che la moltiplicazione dei contagi si evita con le misure che oramai fanno parte del nostro patrimonio cognitivo, distanziamento, assenza di assembramenti, protezione con le mascherine, igiene delle mani e delle altre parti sensibili del corpo. Nessuno può immaginare che queste misure non debbano continuare ad essere adottate». Ed ancora: «La differenza rispetto al passato è che ora ci sono i vaccini, ma anche qui bisogna essere chiari: noi riusciremo a vaccinare tutti gli italiani che lo vorranno entro il prossimo autunno, fino a quel giorno dobbiamo pattinare in un equilibrio tra i contagi e i vaccini. Se noi pensiamo oggi che con 600mila vaccini fatti, l’1% della popolazione italiana, sebbene siamo quelli che ne hanno fatti di più in Europa, la pandemia è finita vuol dire che non abbiamo fatto tesoro di quello che è successo in questo anno e non ci accorgiamo di quello che succede al di fuori dei nostri confini. L’epidemia non è fuori controllo, ha ripreso la sua recrudescenza nel Regno Unito, in Francia, in Spagna e anche in Germania».