Manifestazioni in sette piazze italiane. A Roma il segretario Mancuso dell’associazione dei futuri avvocati
Due giorni di protesta per i praticanti avvocati in sette piazze italiane per cambiare l’esame di abilitazione. Il 15 ed il 16 dicembre manifestazioni in diverse città italiane alle quali hanno partecipato i rappresentanti di 20 mila futuri avvocati. L’annullamento dell’esame di abilitazione, che si doveva svolgere proprio in queste due date, è stato il motivo della protesta. A Roma presente il segretario nazionale dell’Aipavv, il sarnese Nello Mancuso, che ha voluto ribadire il proprio dissenso sulle recenti scelte del ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede. “E scesa in piazza la categoria degli invisibili: quella dei praticanti avvocati.- ha dichiarato Mancuso – La categoria che, invece, dovrebbe essere quella più tutelata per due motivi. Il primo è che stiamo parlando dei futuri difensori dei cittadini. Il secondo è che, spesso, sentiamo parlare sempre dei tanti giovani laureati italiani che emigrano. Noi abbiamo fatto una scelta: vogliamo lavorare in Italia, vogliamo pagare le tasse in Italia, vogliamo rendere grande l’Italia. Se la politica ha realmente a cuore il futuro di questa nazione, non può mettere in pericolo ventimila aspiranti avvocati”.
Non è mancato il sostegno durante la manifestazione di alcuni avvocati, tra questi, Alfonso Romano del Foro di Nocera Inferiore: “Fuori al Ministero della Giustizia, si è svolto un confronto fra alcune autorità politiche e praticanti avvocati, per una tutela adeguata nei confronti di questi ultimi. Anche molti avvocati, che hanno compreso la tematica molto importante, sono stati presenti al confronto per un supporto fisico e morale”. La protesta ha interessato diverse città, un disappunto che ha attraversato l’intera penisola: da Milano a Vibo Valentia. Intanto, il ministero ha fissato le nuove date dell’esame di abilitazione per il mese di aprile, rispetto alle quali, i praticanti non concordano, poiché ritengono che una eventuale terza ondata del coronavirus possa inficiare il regolare svolgimento. I praticanti sono stati ascoltati anche dalla commissione Giustizia della camera dei deputati. Infine, i futuri avvocati, stanno pensando ad uno sciopero nazionale, una astensione dal lavoro, per evidenziare ulteriormente il proprio disagio.
Giuseppe Colamonaco