I carabinieri del Noe hanno eseguito una serie di prelievi assieme all’Arpac anche nel Rio Foce e in un canale irriguo. Tracce di diversi inquinanti, tra cui escherechia coli. Denunciati i due legali rappresentanti dell’industria, di Sarno e di Nocera
Continuano serrati i controlli dei carabinieri del comando per la Tutela ambientale nei confronti delle aziende che insistono lungo il corso del fiume Sarno, al fine di individuare ed interrompere le attività illegali che determinano l’inquinamento del corso d’acqua e dei suoi affluenti. Nel corso delle ultime settimane, i militari del Noe di Salerno hanno effettuato ulteriori accessi nelle aziende presso gli opifici industriali che operano nell’area di bacino del Fiume Sarno e dei suoi affluenti, i torrenti Solofrana e Cavaiola, per verificare l’eventuale presenza di scarichi abusivi e la regolarità di quelli censiti. I carabinieri, assieme ai tecnici dell’Arpac di Salerno, hanno effettuato un’ispezione in una nota industria conserviera ì nell’area Pip di via Ingegno a Sarno, con campionamenti e l’utilizzo della fluoresceina (uno speciale tracciante colorato) per esaminare i reflui provenienti dalla lavorazione industriale che confluiscono nel vicino Rio Foce, affluente del fiume Sarno. Le operazioni di prelievo sono state eseguite allo sbocco dell’impianto di depurazione dello stabilimento, lungo il canale Mercato (originariamente realizzato per scopi irrigui) e presso lo scarico di Rio Foce dove confluiscono i reflui. Rilevata una portata di notevole intensità ed è stato verificato come il refluo si presenta di colore torbido e schiumoso. Eseguite anche verifiche amministrative al Comune di Sarno, all’Ente Idrico Campano ed al Consorzio di Bonifica Integrale del Comprensorio Sarno. Le operazioni di prelievo effettuate a settembre dello scorso anno e ripetute nello scorso mese di agosto, in piena fase di lavorazione del pomodoro, hanno fatto rilevare significativi superamenti dei parametri riferiti ai valori di escherichia coli (laddove su un valore di riferimento pari 5.000 è stato rilevato un valore pari a 100.000) e cod e bod5. Tali ultimi parametri, che consistono nella domanda chimica e biologica di ossigeno, sono valori significativi del contenuto degli scarichi e del potenziale livello di inquinamento del corpo idrico recettore. Elevate concentrazioni di sostanze organiche comportano infatti una proliferazione di batteri e un impoverimento dell’ossigeno con conseguente modifica dell’ecosistema.
I carabinieri del Noe hanno inoltre esaminato a ritroso anche gli esiti dei campionamenti eseguiti da personale Arpac fino all’anno 2016, rilevando anche in tal caso un superamento pressoché costante dei valori di bod5 ed escherichia coli. Gli accertamenti condotti hanno consentito quindi di comprovare la “violazione delle prescrizioni imposte nel titolo autorizzativo” (sanzionata dal Testo Unico Ambientale), ma soprattutto di documentare la più grave ipotesi delittuosa di “inquinamento ambientale” riconducibile alle plurime immissioni, rilevate nell’arco degli ultimi anni, di sostanze inquinanti nel corso d’acqua, tali da incidere sui suoi normali processi naturali con conseguente decadimento della sua qualità. Il procedimento penale è iscritto nei confronti di P.F. 74enne di Sarno e A.F. 33enne di Nocera Inferiore, in qualità di legali rappresentanti della società, che pertanto dovranno rispondere anche del reato di “inquinamento ambientale” per aver cagionato l’inquinamento del Rio Foce, corso d’acqua incluso in zona di riserva integrale del Parco Regionale del fiume Sarno, mediante plurime immissioni di reflui provenienti dall’industria conserviera risultati non conformi e tali da determinare un deterioramento significativo del corso d’acqua idoneo a comprometterne l’equilibrio. Gli illeciti in contestazione sono stati verificati dalla P.G. a conclusione di accertamenti delegati nell’ambito di indagini disposte dal Sostituto procuratore Roberto Lenza e coordinate dal procuratore Antonio Centore e si inseriscono nel più ampio quadro delle attività di controllo tese alla repressione di reati ambientali consumati nelle aree rientranti nel Bacino Idrografico del fiume Sarno. In accoglimento della richiesta della Procura della Repubblica, il Gip presso il Tribunale di Nocera Inferiore ha disposto il sequestro preventivo dell’impianto di depurazione industriale al fine di interrompere le criticità riscontrate e salvaguardare la salute dei cittadini e la salubrità ambientale.