La sentenza d’appello bis condanna Francesco Paolo Ferrara a 15 anni di reclusione, ma i giudici di secondo grado avrebbero inflitto una condanna troppo severa rispetto le indicazione della suprema corte
NOCERA INFERIORE. Quindici anni di reclusione sarebbero ancora troppi. Cosi sembra essere confrontando il dispositivo della sentenza della corte d’Appello di Napoli per l’omicidio del 21enne Dario Ferrara di Nocera Inferiore, avvenuto il 25 aprile del 2015, con la decisione della Cassazione che aveva annullato con rinvio la condanna nel primo processo in appello a 18 anni dell’imputato. I giudici della suprema corte avevano ritenuto, infatti, che la pena irrogata all’unico imputato, il 30enne Francesco Paolo Ferrara di Nocera Inferiore, amico della vittima, fosse troppo alta, non sussistesse l’aggravante della premeditazione e dovesse essere applicata la circostanza delle attenuanti generiche. La pena attesa, infatti, era tra i 10 e i 12 anni di reclusione. La Corte d’Appello di Napoli, però, ha ritenuto che non esistesse l’aggravante della premeditazione ma per le altre diminuenti nulla da fare. Ora non si esclude il ricorso per Cassazione e chiedere un terzo processo d’Appello per rideterminare la pena. Tutto dipenderà dalle motivazioni della sentenza.
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L’omicidio Ferrara fece grande clamore nell’aprile del 2015, con grandi manifestazioni anche pubbliche. “Ciccio Paolo”, come è soprannominato l’imputato, davanti al parco “Cozzolino”, a Villanova di Nocera Inferiore, avrebbe colpito con un casco l’amico Donato e si consumò la tragedia, anche se la morte sopraggiunse diverse ore dopo. Secondo il medico legale incaricato dalla procura di Nocera Inferiore, Dario sarebbe stato colpito due volte, con un corpo sferoidale (compatibile con un casco), alla testa, nella parte al di sopra e dietro un orecchio. Il giovane non aveva lesioni alle mani nemmeno nell’atto di difendersi. Il 21enne si sarebbe trovato davanti al parco per un appuntamento con una sua coetanea. Pare che la ragazza identificata dalla polizia abbia visto l’allora 25enne Ferrara arrivare in sella a uno scooter e pochissimi istanti dopo, con la coda dell’occhio, o avrebbero notato “volare” a terra Dario. Nessun litigio, quindi, tra Ferrara e Ferrara. C’è da chiarire il movente dell’assassinio. Sullo sfondo dell’omicidio, e pare non sia emerso con decisione, è rimasto il mancato pagamento da parte di Dario di 100-150 euro di “fumo” acquistato dall’amico Ferrara. Il problema droga è rimasto sostanzialmente sullo sfondo, fin dalle prime indagini, come riportano gli articoli di stampa dal 2015 in poi. Sui social molte le proteste per la condanna troppo mite rispetto a quella attesa da tanti come il fatto di ricordare che sullo sfondo c’era la droga.