In Campania superati i diecimila casi dall’inizio della pandemia ma oggi si registra una diminuzione. Nel mondo è sempre più allarmante la situazione in India, dove solo oggi sono morte 1.200 persone. Aumentano i casi anche in Germania. I dati dal singole regioni italiane e di tutti gli stati del mondo. Gli approfondimenti
Diminuiscono i nuovi contagi (1.638 a fronte di 1.907 di ieri) con un incremento nazionale dei casi di +0,55% (+0,65% il giorno prima), pur se sono aumentati i tamponi, nelle ultime 24 ore sono stati 103.223 tamponi, rispetto ai 99.839 di venerdì scorso, con un rapporto positivi/tamponi 1,58% (ieri 1,91%). Preoccupante l’aumento notevole dei deceduti, oggi 24. Nuovi casi soprattutto in Lombardia 243, Lazio 197, Veneto 186, Campania 149, Toscana 143, Emilia Romagna 133 e Puglia 108.
CONTAGI IN ITALIA
Dall’inizio della pandemia: 296.570, oggi +1.638 (+0,56%)
Attualmente positivi: 43.161+704 (+1,66%)
Morti: 35.692, oggi +24 (+0,07%)
Guariti dall’inizio della pandemia: 217.716, oggi +909 (+0,42%)
Situazione Covid 19 in tutte le regioni italiane
CONTAGI IN CAMPANIA
In Campania superati i 10mila infetti dal nuovo coronavirus dall’inizio della pandemia, più della metà solo tra agosto e settembre. Diminuiscono di duemila i tamponi e di 59 i positivi. A fronte di 5.515 tamponi (ieri erano stati 7.460, il giorno prima erano 8.473149 nuovi affetti dal Sars Cov 2. Preoccupa i ricoveri in terapia intensiva: al Cotugno solo un posto ancora a disposizione, satura la semintensiva. Cinque tra agenti di polizia penitenziaria e detenuti del carcere di Benevento affetti da Covid 19.
Molti dei contagiati sono familiari di coloro che sono stati in vacanza in Sardegna o all’estero. La maggior parte dei nuovi positivi sono tra i 30 e i 40 anni. Sono stati 250 i presidenti di seggio elettorale che hanno rinunciato alla nomina a Napoli città, la maggior parte per timore della Covid 19.
I dati
Dall’inizio della pandemia: 10.089, oggi + 149
Morti dall’inizio della pandemia: 456, oggi +1
Guariti dall’inizio della pandemia: 5.060, oggi +40
CONTAGI NEL SALERNITANO
L’Asl Salerno comunica oggi sono stati rilevati 8 positivi, di cui: 4 a Eboli e 3 a Battipaglia, in maggioranza extracomunitari, correlati ai casi riscontrati nelle attività produttive che hanno dato positivi nei giorni scorsi. L’ottavo caso è stato registrato a Centola. Questi non fanno parte dei 149 comunicati dalla Regione, in quanto elaborazione odierna dei dati delle 23.59 di ieri. Ai 149 fanno parte i 9 casi Covid rilevati ieri sono: 3 a Sala Consilina, 3 a Sarno, 1 a Scafati, 1 ad Angri e 1 ad Ascea.
CONTAGI NEL MONDO
Oggi con 302.820 nuovi casi, duemila in più di ieri. I morti salgono di +5.504, contro il +5.119 di 4 ore prima, il +5.828 del giorno precedente e i 6.411 di 72 ore prima. L’India con 93.337 nuovi positivi (ieri erano stati 96.424) rimane il Paese al mondo con il trend peggiore: solo oggi oltre 1.200 morti. Gli Stati Uniti oggi hanno comunicato +43.978 nuovi positivi, mille in più di quelli segnalati il giorno precedente. In Brasile 39.797 i nuovi infetti, oltre tremila in più dei casi registrati ieri. La Russia conta 5.960 positivi in più, con un trend sostanzialmente costante. Allarme Spagna e Francia anche se oggi non hanno comunicato dati. L’ultimo è quello di venerdì con 14.389 nuovi infetti nello stato iberico e 13.310 quelli francesi. In Francia e Spagna occorrerebbero un lockdown urgente. Per ora a Madrid, una delle aree più colpite, il lockdown scatterà per 850mila persone residenti in alcuni quartieri.
VEDI APPROFONDIMENTO N.2
Sono 4.430 i nuovi casi nel Regno Unito, contro i 4.337 del giorno precedente. Il premier britannico Johnson: «Seconda ondata sta arrivando. La stiamo vedendo in Francia, Spagna, attraverso l’Europa. Temo sia assolutamente inevitabile che la vedremo in questo Paese». Johnson ha annunciato il governo sta valutando se andare oltre le restrizioni imposte questa settimana, sottolineando tuttavia di non voler un nuovo lockdown: «È l’ultima cosa che vogliamo, vogliamo mantenere aperte le scuole, l’economia». Questa settimana sono state imposte misure restrittive differenziate per diverse parti del paese, che coinvolgono 13,5 milioni di persone. Da lunedì è inoltre ovunque in vigore la regola del sei: vieta riunioni di più di sei persone all’interno e all’esterno, con l’eccezione di scuole e uffici. Johnson ha invitato tutti a rispettare le nuove disposizioni, così come le regole base di distanza sociale e igiene delle mani. La Germania registra un +2.244 oggi (mai tanti da maggio scorso), ieri era +1.647. Il Nord Reno-Westfalia e la Baviera sono i due Laender più colpiti.
Contagiati dall’inizio della pandemia: 30.600.188, oggi +302.820
Morti: 953.562, oggi +5.504
Così nei singoli Stati alle ore 22.00 italiane:
6.749.092 Stati Uniti, 5.308.014 India, 4.495.183 Brazil, 1.092.915 Russia, 756.412 Peru, 750.471 Colombia, 688.954 Mexico, 657.627 South Africa, 640.040 Spain, 613.658 Argentina, 467.519 France, 444.674 Chile, 419.043 Iran, 392.842 United Kingdom, 347.372 Bangladesh, 329.271 Saudi Arabia, 315.597 Iraq, 305.031 Pakistan, 301.348 Turkey, 296.569 Italy, 283.460 Philippines, 272.932 Germany, 240.687 Indonesia, 183.602 Israel, 177.048 Ukraine, 144.151 Canada, 130.051 Bolivia, 125.620 Ecuador, 123.146 Qatar, 111.550 Romania, 107.700 Dominican Republic, 107.199 Kazakhstan, 104.879 Panama, 101.772 Egypt, 99.816 Morocco, 99.649 Belgium, 99.049 Kuwait, 96.232 Netherlands, 91.753 Oman, 90.324 China, 88.237 Sweden, 84.344 Guatemala, 84.242 United Arab Emirates, 78.662 Japan, 78.330 Poland, 75.461 Belarus, 70.611 Honduras, 68.131 Ethiopia, 68.025 Portugal, 65.174 Venezuela, 63.879 Bahrain, 62.797 Nepal, 62.374 Costa Rica, 57.558 Singapore, 56.956 Nigeria, 50.872 Uzbekistan, 49.623 Algeria, 49.283 Switzerland, 47.285 Czechia, 47.154 Armenia, 46.336 Moldova, 45.877 Ghana, 45.335 Kyrgyzstan, 39.042 Azerbaijan, 38.919 Afghanistan, 37.474 Austria, 36.829 Kenya, 35.003 West Bank and Gaza, 32.840 Serbia, 32.538 Ireland, 32.127 Paraguay, 28.297 Lebanon, 27.428 El Salvador, 27.234 Libya, 26.885 Australia, 25.217 Bosnia and Herzegovina, 22.893 Korea, South, 22.881 Denmark, 20.431 Cameroon, 19.200 Cote d’Ivoire, 18.733 Bulgaria, 16.920 Hungary, 16.557 North Macedonia, 16.020 Madagascar, 14.978 Greece, 14.725 Croatia, 14.688 Senegal, 14.022 Zambia, 13.535 Sudan, 12.820 Norway, 12.683 Kosovo, 12.226 Albania, 10.488 Congo (Kinshasa), 10.292 Namibia, 10.231 Guinea, 10.167 Malaysia, 9.649 Maldives, 9.303 Tajikistan, 9.110 Tunisia, 8.922 Finland, 8.696 Gabon, 8.600 Haiti, 7.718 Luxembourg, 7.711 Montenegro, 7.647 Zimbabwe, 7.361 Mauritania, 6.546 Slovakia, 6.537 Mozambique, 6.017 Uganda, 5.718 Malawi, 5.403 Djibouti, 5.215 Eswatini, 5.141 Cabo Verde, 5.055 Cuba, 5.002 Equatorial Guinea, 4.986 Congo (Brazzaville), 4.961 Nicaragua, 4.870 Burma, 4.786 Central African Republic, 4.758 Jamaica, 4.691 Suriname, 4.671 Rwanda, 4.540 Jordan, 4.309 Slovenia, 3.848 Angola, 3.739 Trinidad and Tobago, 3.731 Syria, 3.664 Lithuania, 3.504 Gambia, 3.500 Thailand, 3.401 Somalia, 3.306 Georgia, 3.283 Sri Lanka, 3.177 Bahamas, 2.991 Mali, 2.875 Estonia, 2.699 Malta, 2.642 South Sudan, 2.567 Botswana, 2.307 Iceland, 2.303 Guinea-Bissau, 2.280 Benin, 2.159 Sierra Leone, 2.102 Guyana, 2.026 Yemen, 1.890 Uruguay, 1.811 New Zealand, 1.797 Burkina Faso, 1.640 Togo, 1.590 Belize, 1.580 Cyprus, 1.564 Andorra, 1.515 Latvia, 1.390 Lesotho, 1.335 Liberia, 1.183 Niger, 1.147 Chad, 1.068 Vietnam, 908 Sao Tome and Principe, 723 San Marino, 712 Diamond Princess (la nave da crociera), 516 Papua New Guinea, 509 Tanzania, 506 Taiwan*, 473 Burundi, 470 Comoros, 366 Mauritius, 364 Eritrea, 311 Mongolia, 275 Cambodia, 258 Bhutan, 191 Monaco, 185 Barbados, 145 Brunei, 141 Seychelles, 113 Liechtenstein, 95 Antigua and Barbuda, 64 Saint Vincent and the Grenadines, 32 Fiji, 27 Saint Lucia, 27 Timor-Leste, 24 Dominica, 24 Grenada, 23 Laos, 17 Saint Kitts and Nevis, 12 Stato del Vaticano, 10 Western Sahara, 9 MS Zaandam.
GLI APPROFONDIMENTI
1. Dal Sole 24 ore: «Da qualche giorno in Regioni come Liguria, Sardegna, Sicilia e Campania assistiamo a un incremento dei contagi che si manifesta parallelamente all’incremento dei tamponi, con percentuali nettamente superiori alla media nazionale. Ieri, 18 settembre, il rapporto positivi/tamponi era 1,91% a livello nazionale, peraltro uno dei valori più elevati da inizio settembre. Per confrontare lo stesso dato usiamo le 4 Regioni che stanno effettuando il maggior numero di tamponi: Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Lazio. Il rapporto positivi/tamponi era: Emilia Romagna 1,25%; Lombardia 1,33%; Veneto 1,46%; Lazio 1,82%. In Liguria avevamo un rapporto positivi/tamponi di 3,99%, in Sardegna 3,40%, in Sicilia 2,82%, in Campania 2,78%. La lettura di questi valori dice che, nelle Regioni con un rapporto positivi/tamponi molto elevato, all’incremento dei tamponi si verifica un corrispondente incremento dei nuovi casi riscontrati, mentre nelle Regioni che effettuano un numero molto più elevato di test lo stesso rapporto resta stabile nel tempo o addirittura tende a decrescere (per esempio la Lombardia il 15 e 16 settembre, con 19.399 e 17.831 tamponi elaborati, ha avuto percentuali rispettivamente di 0,90% e 0,89%). Di fatto Regioni come Liguria, Sardegna, Sicilia e Campania stanno attualmente scandagliando all’interno di un bacino di contagiati, mentre le Regioni più attive nell’esecuzione dei test incrementando i tamponi riscontrano con maggiore facilità soggetti negativi. Si conferma pertanto l’estensione dell’infezione a Regioni che nella prima fase erano rimaste ai margini del contagio».
2. Dall’Huffington post
Francia: sbagli strategici e lassismo, perché Covid vola
A spiegare, almeno in parte, l’attuale situazione critica potrebbe essere la concomitanza di alcuni fattori sia a livello di tempistica, sia di strumenti a disposizione nella risposta strategica alla pandemia, sia di comportamenti meno rigorosi dei cittadini. Indicativa è l’analisi, riportata dall’AGI, fatta da Vittoria Colizza, direttrice di ricerca del laboratorio Epicx, all’Istituto nazionale francese di salute e ricerca (Inserm) di Parigi. “In reazione alla ‘stanchezza da coronavirus’ e alla mancata libertà dei mesi primaverili, a partire da fine giugno le abitudini dei francesi sono molto cambiate, soprattutto in vacanza, e i gesti barriera sono stati osservati con meno diligenza da tutti a prescindere dall’età. In quel periodo il sistema di identificazione-tracciamento-isolamento non era, però, ancora abbastanza consolidato”, osserva l’esperta.
La spensieratezza con cui in Costa Azzurra, già zona rossa Covid, a fine agosto partiva Tour de France, lasciava presagire un settembre tutto in salita. Uno studio di modellizzazione dell’Inserm realizzato lo scorso aprile e successivamente pubblicato dalla rivista Bmc Medicine aveva proposto 4 possibili scenari per l’uscita dal confinamento della Francia, tenendo conto di una combinazione di fattori: la strategia ‘test-trace-isolate’, interventi di distanziamento sociale – tra cui la riapertura progressiva di alcune attività commerciali – e l’adozione di misure preventive da parte della popolazione. “In effetti due di questi scenari prevedevano una diminuzione di casi tra maggio e giugno, seguita da un aumento dell’attività epidemica nel corso dei mesi estivi. In particolare uno degli scenari è in linea con i dati dei ricoveri sul periodo tra maggio e settembre”, sottolinea la scienziata. Per quanto riguarda il primo punto, ovvero la strategia testare-tracciare-isolare, sistema nuovo creato per poter consentire alla Francia di uscire dal lockdown, tra il 13 maggio e fine giugno ha individuato solo un caso su 10, lasciandone fuori 9 (underdetection). Le capacità di questa strategia si sono successivamente rafforzate, di pari passo con l’aumento dei test eseguiti – attualmente più di un milione alla settimana – dei laboratori e del personale a disposizione. “Numeri alla mano, uno dei motivi dell’aumento della circolazione virale nei mesi estivi è stata la capacità limitata della strategia test-trace-isolate nella fase iniziale del deconfinamento. Il fatto che a maggio e giugno sia riuscita ad individuare solo un caso sintomatico su 10 ha limitato l’efficacia di questa strategia come strumento di lotta alla pandemia” analizza Colizza, riprendendo gli autorevoli studi del laboratorio Epicx da lei diretto. “Sulla carta questa strategia avrebbe dovuto frenare la catena di trasmissione del virus, ma sicuramente ci sarebbe voluto un sistema più aggressivo per arginare la pandemia” valuta la ricercatrice. A ciò si aggiunge il fatto che quando la strategia in questione è stata lanciata, l’attività epidemica era in calo poiché in Francia il ritorno a scuola è stato prima su base volontaria – con solo il 20% degli alunni presenti in aula – e molto parziale quello sul posto di lavoro per milioni di francesi.
Successivamente, da luglio in poi, se da un lato la capacità di testare, tracciare e isolare è aumentata fino a circa il 50% (contro circa il 7% a giugno), dall’altra sono cominciate le ferie e i cittadini stanchi dopo mesi di lockdown hanno cominciato ad osservare con meno rigore le misure preventive, sia nella loro vita quotidiana che nel luogo di vacanza. “Anche se al momento non siamo ancora in grado di valutare con precisione l’incidenza del turismo sul rimbalzo dei casi, è chiaro che l’aumento dei contatti tra persone che hanno meno rispettato i gesti barriera e lo scambio di popolazioni tra varie regioni per le vacanze nell’Hexagone hanno contribuito all’attuale crescita della circolazione del virus”, prosegue la ricercatrice. Per quanto riguarda il profilo dei pazienti ricoverati – per lo più anziani e soggetti con alcune patologie pregresse – è rimasto sostanzialmente invariato rispetto ai mesi scorsi. Finora la strategia attuata dal governo di Jean Castex è quella di lasciare carta bianca alle amministrazioni territoriali, autorizzandole a varare autonomamente provvedimenti restrittivi se necessari – obbligo di mascherina anche all’aperto in molte città francesi, coprifuoco, limitazione degli assembramenti, riduzione dell’orario di apertura delle attività – con l’obiettivo dichiarato di evitare ad ogni costo un nuovo lockdown nazionale.
Spagna, un mix di fattori sociali e problemi politici
Secondo un’analisi del Financial Times, la riacutizzazione dell’epidemia in Spagna è dovuta a un mix di fattori sociali e problemi di governance. I governi democratici – osserva il FT – sono generalmente riluttanti a incolpare i propri cittadini di comportanti poco responsabili e inadeguati. I leader spagnoli ci hanno messo più tempo ad adottare una narrazione critica verso quei giovani che, radunandosi in feste e assembramenti vari, hanno contribuito notevolmente alla diffusione del virus. Quando lo hanno fatto, forse, era già troppo tardi.
Una pratica che sta destando preoccupazione è quella del “botellón”: grandi gruppi che bevono nei luoghi pubblici come alternativa economica a bar e ristoranti. Il ministero della Salute sta diventando sempre più frenetico nei suoi tentativi di avvisare i giovani sul rischio di infezione, rivolgendosi questa settimana a TikTok e altri social media per avvertire che “questo non è un gioco”. Il luogo di infezione più frequente restano le case private: qui avviene oltre la metà di tutti i contagi di cui è nota la catena di trasmissione. Sebbene indossare maschin all’esterno sia diventato obbligatorio, sembra che il rischio di infezione a casa non sia stato ancora compreso. Secondo un sondaggio pubblicato il mese scorso dall’Organizzazione mondiale della sanità e dall’Istituto di sanità spagnolo Carlos III, quasi il 50 per cento ha ritenuto che le riunioni sociali nelle case fossero solo a basso o medio rischio. Altri problemi riguardano il rimpallo di responsabilità tra governo centrale e governi locali, e le falle nel sistema di tracciamento e controlli. Il governo centrale spagnolo ha imposto un duro lockdown a marzo, utilizzando poteri di emergenza, e ha ridotto il numero di casi e ricoveri. Ma il blocco è diventato sempre più controverso e il 21 giugno sono venuti meno i poteri di emergenza. Entro circa due settimane è diventato visibile un aumento dei casi.
Il problema – osserva il FT – è che la crisi è stata enormemente complicata dalla polarizzazione politica della Spagna e dal suo modello di governo decentralizzato. Il primo ministro Pedro Sánchez insiste che la gestione della pandemia sia ora principalmente responsabilità delle regioni, il cui bilancio sanitario collettivo è oltre 10 volte quello della sua amministrazione. Le regioni rispondono che il governo centrale deve garantire più leadership. Il risultato è che non si è riusciti a scalare gradualmente la rigidità dei controlli, per cui si è passati dalla fase dell’emergenza a misure e controlli relativamente blandi. In sostanza, è mancato un approccio graduale con delle vere fasi 2 e 3: alcuni epidemiologi identificano questo come l’errore centrale nella gestione spagnola della crisi. Le regioni hanno abolito le misure di blocco senza però aumentare il personale di monitoraggio/tracciamento, dunque senza prepararsi in modo più adeguato a un nuovo aumento dei casi. Quasi tutta la popolazione spagnola è concentrata nel 13% della superficie terrestre del Paese. L’alta densità della popolazione, insieme alla spiccata socialità dei suoi abitanti, fanno della Spagna uno degli Stati più suscettibili alla trasmissione dell’infezione.