La candidata sindaco racconta la storia degli alloggi popolari, parentesi ancora aperta
La candidata sindaco del centrodestra, Enza Fezza, ha voluto raccontare pubblicamente, attraverso la rete, la questione annosa degli alloggi popolari. “La vicenda collegata alle abitazioni di “Edilizia Convenzionata” realizzate dalla IACP FUTURA S.r.l., previa concessione del diritto di superficie da parte del Comune di Pagani (delibera Consiglio Comunale n. 45 del 16 settembre 1998) e che allo stato coinvolge più di 40 famiglie Paganesi, – ha spiegato l’ex presidente del consiglio comunale – è un altro sintomo della crisi economica in cui versa la nostra Italia dal 2008 e che come sempre colpisce le famiglie più indifese. Difatti a seguito del Fallimento della IACP Futura Srl, dichiarato con sentenza del Tribunale di Salerno del 19 luglio 2012, oltre 40 famiglie Paganesi, le quali in precedenza avevano ottenuto, tramite la pubblicazione di un bando comunale, l’assegnazione delle abitazioni di edilizia convenzionate e in seguito avevano stipulato un contratto preliminare di compravendita, con il deposito di una caparra confirmatoria, si sono ritrovate in un Limbo Dantesco, non potendo da un lato stipulare il contratto definitivo di vendita, tramite il pagamento di quanto pattuito, essendo ormai subentrata la procedura fallimentare, e dall’altro non potendo ottenere la restituzione delle somme versate a titolo di caparra”. In effetti, si tratta di un vero e proprio limbo, rispetto al quale le vie d’uscita sembrano essere tutte murate. “Per chiarezza – ha continuato la candidata sindaco – è necessario evidenziare che al fine di ottenere i fondi per realizzare le opere oggetto del programma di edilizia agevolata e convenzionata la IACP FUTURA SRL ha chiesto ed ottenuto un mutuo fondiario edilizio con concessione di ipoteca di primo grado sul diritto di superficie ad un istituto di credito vincolando pertanto i cespiti oggi realizzati a garanzia del credito dovuto all’istituto mutuante. A seguito del fallimento della IACP FUTURA SRL ebbe inizio la vicenda giudiziaria di queste 40 famiglie le quali, ognuno per proprio conto, hanno adito nel 2012 il Tribunale di Salerno affinché potesse ordinare alla società fallita, previa la corresponsione del residuo prezzo pattuito nel contratto preliminare, di stipulare il contratto definitivo di compravendita. I predetti giudizi, istruiti presso il Tribunale di Salerno con citazione notificata al fallimento nell’anno 2012, i quali, per la maggior parte, “i più fortunati”, non hanno ancora trovato una conclusione mentre alcuni hanno ottenuto una decisione sfavorevole al promissario acquirente non avendo il Tribunale di Salerno riconosciuto il loro diritto, di ricevere l’immobile al prezzo pattuito, opponibile alla procedura concorsuale (difatti i preliminari stipulati non sono mai stati trascritti presso l’Agenzia delle Entrate – Servizio di Pubblicità immobiliare e pertanto non sono opponibile alla procedura fallimentare) con ulteriore beffa alle famiglie occupanti i cespiti”. Il caso é così diventato ancor più articolato. “Ad oggi dopo 8 anni l’istituto di credito mutuante – ha evidenziato Enza Fezza – non vedendosi soddisfatto del credito dovuto ha provveduto al pignoramento, iscritto presso il Tribunale di Nocera Inferiore, di tutti i cespiti oggetto di propria garanzia con il rischio dei promissari acquirenti di vedersi definitivamente perdere ormai quella che è divenuta l’abitazione famigliare. C’è dunque da chiedersi cosa fanno gli organi del Comune di Pagani? La strada intrapresa dagli organi Comunali è stata quella dell’opposizione o meglio dell’ostruzionismo di diritto e di fatto. Infatti il percorso scelto è stata quello (fallimentare) dell’opposizione nei confronti del diritto di credito vantato dalla Banca oltre, come riferito da alcune di queste famiglie, dell’ostruzionismo nei confronti degli ausiliari nominati dal Tribunale per la stima e la custodia dei beni pignorati (in contrasto con il dovere delle istituzioni di facilitare l’attività giudiziaria) invece di essere quello del dialogo tra le istituzioni, i cittadini e la banca. Orbene se il diritto di credito della Banca di ricevere le somme prestate resta incontestato, (il quale in forza del diritto di sequela concessogli in forza dell’ipoteca iscritta potrà aggredire tutti i proprietari degli immobili fino al totale pagamento di quanto dovuto o alla vendita dei cespiti ipotecati) come allo stato sembra confermare il Tribunale di Nocera Inferiore, che, nonostante le opposizioni spiegate dal Comune di Pagani, ha dato proseguo all’attività di stima dei beni al fine di poi provvedere alla vendita all’asta, l’unica soluzione è ricercabile in un accordo tra i promissari acquirenti, il fallimento e l’istituto di credito, e che dovrebbe essere promossa dall’amministrazione Comunale di Pagani, in veste di rappresentante dei cittadini, la quale permetta di raggiungere l’agognato contratto definitivo di compravendita senza nemmeno attendere (forse invano) la decisione del Tribunale e permettendo alle sventurate famiglie di chiudere definitivamente la vicenda giudiziaria senza ulteriori aggravi di spese legali”. È in queste ultime righe che l’imprendritrice pone l’amministrazione comunale al centro della controversia, innanzitutto, quale moderatore tra le 40 famiglie e gli altri enti deputati. Indipendentemente dall’esito delle elezioni, Palazzo San Carlo, dovrà intraprendere una azione concreta e definitiva, verso una soluzione che in molti sperano.
Giuseppe Colamonaco