«Accuse infondate», tutti assolti gli indagati dell’Autorità portuale di Napoli

La sentenza della Corte dei Conti della Campania risolve in maniera netta l’indagine sui canoni non riscossi. Tra i prosciolti anche l’ex segretario generale dell’Ente, il nocerino Emilio Squillante

Assolti «per l’infondatezza delle contestazioni mosse, sotto il profilo dell’assenza di attualità del danno, di condotta antigiuridica e di colpa grave in relazione alle diverse fattispecie di danno contestate». Così recita la sentenza della corte dei conti sul processo contabile a carico dei vertici dell’autorità portuale di Napoli, oggi del Mar Tirreno centrale, che avevano subito anche un sequestro che complessivamente era di otto milioni di euro. A processo davanti alla magistratura contabile erano finiti due ex presidente dell’Autority, l’ex senatore di Livorno Francesco Nerli (dal 2000 al 2008) e l’ammiraglio Luciano Dassatti, già comandante generale delle capitanerie di porto (dal 2009 al 2013). Insieme a loro due ex segretari generali, Pietro Capogreco (Segretario generale dal 2001 al 2008) e Emilio Squillante di Nocera Inferiore. A doversi difendere dalle accuse anche i dirigenti Dario Leardi (area amministrativo-contabile dal 2004 ad oggi), Ciro Bianco (responsabile dell’Ufficio di Ragioneria dal 1998 ad oggi) e Stefano Porciani.

La Procura aveva chiesto loro la condanna al pagamento in favore dell’Autorità Portuale complessivamente di oltre 5,8milioni di euro per riparare ad alcuni danni erariali, legati a una presunta omessa riscossione, per anni, dei canoni di concessione demaniale, diritti di approdo e di security; di autorizzazione di dilazioni e rateizzazioni per entrate dovute in assenza dei presupposti di legge; omessa riscossione di crediti per la concessione in uso a titolo oneroso. Una misura cautelare patrimoniale fu notificata agli indagati per circa 8 milioni di euro (escluso Porciani). Grazie all’impegno del pool di difensori, in particolare degli avvocati Mario Ianulardo e Domenicantonio Siniscalchi, furono dissequestrati i beni, poi si è arrivati alla sentenza. La Corte dei Conti Capogreco, Dassatti, Nerli, Leardi, Bianco e Squillante li ha assolto « per l’infondatezza delle contestazioni mosse, sotto il profilo dell’assenza di attualità del danno, di condotta antigiuridica e di colpa grave in relazione alle diverse fattispecie di danno contestate». Dichiarata inammissibile la citazione di Stefano Porciani.

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