Pagani, amici a 4 zampe in pericolo, segnalate trappole killer

Chiesto l’intervento del garante degli animali

La denuncia arriva da Vincenzo Barone il diversamente abile che sconfigge la burocrazia dello Stato occupandosi degli indifesi. Stavolta la sua attenzione é stata catturata dagli amici a 4 zampe, spesso in balia di gesti orrendi e di atti disumani. Enzo ha voluto raccontare le persecuzioni che gatti e cani subiscono nel silenzio di molti: “C’è qualcuno che spende parte della sua giornata a mettere spilli dentro a pezzetti di würstel, a riempire polpette di carne con veleno per topi. C’è qualcuno, tra di noi, che vive la sua vita in funzione del dolore altrui, che ritiene necessario, importante investire del tempo nel realizzare qualcosa che provocherà del dolore fisico – che porta alla morte nella maggior parte dei casi – a esseri viventi di un’altra specie, provocando lo sdegno e il dolore emotivo in me e in chi è dalla parte di questi amici a 4 zampe. Sono sempre più le segnalazioni a Pagani, verificate e purtroppo reali, di “trappole killer” disseminate ovunque. Il proliferarsi di post sui profili social tra persone che vivono con un gatto è servito ad aumentare l’attenzione in strada, rendere noto cosa fare nel caso in cui ci si imbatta in una situazione del genere ma non a far diminuire i casi. Mentre cresce sempre di più l’odio nei confronti di chi compie questi gesti che, spesso, porta proprio a una controreazione ancora più rabbiosa e anche emulativa”. Barone ha una vera e propria passione per i gatti, tanto da badare a ai felini, h24. Provvede a nutrirli e a difenderli dai malintenzionati. Purtroppo, in città, non sono rari episodi spiacevoli.

“Ultimo caso in ordine di tempo – ha continuato Vincenzo – l’avvelenamento di un gatto al parco Giulia (a cui è stato somministrato un veleno non topico) il che fa rabbrividire ancora di più con immagini strazianti che toccano profondamente. Senza voler dimenticare anche il precedente gatto probabilmente incinta trovato morto annegato in piazza Sant’Alfonso. E dietro un comportamento violento c’è una persona che ha un vissuto complicato: «La sua storia racconta, probabilmente, di esperienze molto traumatiche. Chi fa del male agli animali ha alle spalle situazioni di violenza vissute in famiglia. Non c’è un cluster diagnostico di riferimento che spieghi ma ci sono delle predisposizioni: infanzia e adolescenza sono periodi in cui il maltrattamento sugli animali avviene maggiormente da parte di soggetti che hanno vissuto in ambienti in cui o hanno assistito a violenza su persone e animali o l’hanno subita». E sfogare la rabbia, la frustrazione su una specie diversa è «più facile – Si tratta di individui indifesi e anche dal punto di vista legislativo questo tipo di reati spesso rimangono impuniti». Il mio vuole essere un grido d’aiuto per chi “amici a 4 zampe” non può difendersi da queste azioni orribili che condanno profondamente senza mezzi termini e senza appello”. L’invito  di Barone è chiaro, atto a sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni, in particolare coloro che dovrebbero difendere gli animali.  “Sperando che questa mia arrivi al destinatario di questo vile atto – ha concluso Vincenzo – e che lo prenda per quello che è: un consiglio rivolto alla salvaguardia di tutti gli esseri viventi, lui compreso, coinvolti in storie come queste che trovano il loro incipit, ancora una volta e sempre quando si parla di animali in generale nel rapporto con gli uomini, in un mondo interiore di quella specie a cui apparteniamo che rimane l’unica capace di compiere azioni così bieche.  Chiedo con forza al garante per la difesa degli animali di attivarsi affinché vi sia un maggiore controllo sul territorio e che vengano puniti severamente gli autori di questi atti disumani”.

g.c.

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