Tanti i danni procurati dal lockdown, servono aiuti pubblici
Lentamente la città torna a rivivere la propria quotidianità. Il segnale della ripresa per la comunità nocerina arriva dalle attività commerciali, molto penalizzate durante il lockdown, ed oggi simbolo della rinascita. Nonostante le difficoltà dovute alla presenza del Coronavirus, non ancora scomparso, i nocerini hanno nuovamente ripreso le proprie abitudini. Ovviamente si tratta di una normalità sub judice, condizionata dalle misure di contenimento del Covid-19, e quindi dalla necessità di agire e muoversi in sicurezza. E proprio sulla sicurezza l’esempio arriva dagli esercizi commerciali che, su questo aspetto, ne hanno fatto un punto di forza. Ne abbiamo parlato con Salvatore Marcone, titolare de Il Crocco Dolce, famoso negozio di dolciumi e prelibatezze varie di via Fucilari. “Posso dire che l’attività è ripresa per almeno il 50%. – ha esordito Marcone – Certo non é proprio come prima, le persone non stanno più qui ad intrattenersi, prendono ciò che desiderano e vanno via. Ma non posso lamentarmi per come sta andando”. È comunque un segnale di una ritrovata “normalità”, che deve però fare i conti con i costi per la sicurezza: “Dobbiamo sostenere le spese per la sanificazione, per i presidi personali, per l’accesso dei clienti. Tutto a carico nostro. Per non parlare della bolletta dell’energia elettrica che ho dovuto pagare, nonostante, sia stato chiuso”.
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Come Marcone, tanti altri esercenti nocerini, hanno dovuto sostenere i costi per la sanificazione e pagare le utenze relative al periodo del lockdown. “Ho perso tantissimi soldi con la chiusura, oltre ai prodotti buttati per le festività di San Giuseppe e la Pasqua”, ha concluso il titolare de Il Crocco Dolce. Dal racconto emerge un quadro economico drammatico, che non potrà mai più essere recuperato. Ma quello che i commercianti maggiormente lamentano, non è ciò che hanno perso, ma l’assenza di aiuti da parte del governo. Le poche migliaia di euro, relative al prestito, purtroppo non sono nemmeno sufficienti a pagare le spese fisse ed i costi di gestione. Nulla per il personale, nulla per i fornitori, nulla per le utenze. Chi ha riaperto ha dimostrato davvero un grande coraggio. Il peggio è comunque passato, ma il futuro va certamente rivisto, non si può andare avanti ancora a tentoni.
Giuseppe Colamonaco