Dopo vari tentativi, arriva la resa ed il rinvio a giorni migliori
Gennaro, nome di fantasia, titolare di un negozio di Nocera, da più giorni, sta tentando di accedere al prestito di 25mila euro garantito dallo Stato per il Coronavirus. Dopo aver attentamente valutato la procedura ed i requisiti per richiederlo, ha contattato la sua banca per ottenere tutte le informazioni del caso. Come segnalatogli dall’istituto di credito, attraverso il call center, scarica la documentazione da allegare alla domanda, per poi compilare il tutto ed inviarlo. Un procedimento apparentemente semplice. Gennaro così, seduto davanti al suo pc, inizia la compilazione, ma giunto a metà strada nota che il meccanismo on line, cioè digitale, si inceppa. La situazione diventa all’improvviso difficile, l’istituto non accetta più la documentazione. L’esercente non si arrende ed armato di buona pazienza esegue per tre volte la procedura, ma il problema si ripresenta. Una richiesta che sembrava così semplice, diventa una vera e propria odissea. La pazienza di Gennaro inizia a vacillare, contatta nuovamente il call center della banca e chiede spiegazioni. Dall’altra parte l’operatore fornisce una serie di risposte che non soddisfano il commerciante e nemmeno la compilazione per iscritto va a buon fine.
Purtroppo la pratica di Gennaro viene respinta, ciò nonostante la banca fosse ormai a conoscenza del problema. Insomma, dopo una serie di telefonate, le tante rassicurazioni e la piena conoscenza della problematica da parte dell’istituto, l’esercente nocerino si arrende e rinvia la pratica al giorno successivo, nella speranza che qualcuno della banca possa fornirgli una definitiva soluzione. La vicenda di Gennaro non è comunque isolata. Proprio in questi giorni, casi simili, sono stati analizzati in diverse trasmissioni televisive nazionali ed il meccanismo descritto nei servizi giornalistici è apparso davvero farraginoso. In effetti il prestito di 25mila euro resta per molti un miraggio. Lo Stato, che ne è il garante, dovrebbe ulteriormente sollecitare attraverso la Banca d’Italia, gli istituti di credito. Senza l’aiuto delle banche, il rischio di abbassare definitivamente la serranda, diventerà sempre più concreto.
Giuseppe Colamonaco