Nocera. Microrganismi effettivi ed orti urbani, dopo il 2019

EM è la tecnologia giapponese che potrebbe salvare il fiume Sarno

Il progetto orti urbani trattati con microrganismi capaci di disinquinare i terreni da forme di inquinamento derivanti da metalli pesanti,  presentato da Agrocepi ed altre associazioni al Comune nel 2019, ha subito un arresto. I dirigenti della confederazione hanno lamentano uno stallo inspiegabile e nonostante le tante ore di anticamera tra vari uffici, la mancanza di documenti e qualche punta di scetticismo, il sistema innovativo per il comparto agricolo, oggi trova la massima applicazione in tante realtà campane, dal Casertano all’Avellinese. A breve sarà presentato un altro sistema che aiuterà i commercianti: LezCo e Agrocepi offriranno alla città uno sportello di ascolto per le attività, per aiutare ad affrontare la fase 2 e 3  post Covid-19. Tornando ai microrganismi, il cui utilizzo doveva essere impiegato in un fondo agricolo inquinato in viale San Francesco, questi potrebbero trovare applicazione anche per il disinquinamento del fiume Sarno. La bonifica di terreni ed acque fu illustrata dalla dottoressa Luciana Mandarino proprio qualche anno fa in una conferenza stampa a Palazzo di Città.  L’uso dei microrganismi, tecnicamente definitivi EM, potrebbe essere una vera e propria rivoluzione copernicana. In merito al loro funzionamento abbiamo ascoltato l’esperto, Costantino D’Angelo: “La qualità delle acque con l’annesso disinquinamento oggi è possibile grazie ad una tecnologia giapponese che sfrutta i microrganismi. Per la riduzione del livello di inquinamento dell’acqua, sono disponibili vari trattamenti chimici e biologici, ma l’emergere di una straordinaria tecnologia di una multicultura di microrganismi anaerobici e aerobici sta attualmente guadagnando popolarità grazie alla sua natura ecologica e scarsamente invasiva. Questa efficace tecnologia dei microrganismi (EM)  – continua il ricercatore dell’università di Siena – utilizza microrganismi naturali (cianobatteri, e lieviti per lo più ) in grado di purificare e ravvivare la natura. Le applicazioni di EM sono state eseguite in diverse Paesi, tra cui la Malesia, l’India e il Giappone a seconda della scala, della posizione, delle condizioni fisiche e geografiche con l’obiettivo principale di migliorare la qualità dell’acqua. Uno dei contributi significativi della riabilitazione basata su EM di corpi idrici inquinati e degradati è il ripristino di habitat ed ecosistemi acquatici. I risultati hanno dimostrato chiaramente l’efficacia di questa tecnica per il ripristino della qualità dell’acqua del bacino fluviale degradato”. La tecnica illustrata é anche supportata dal ricercatore del Cnr di Pozzuoli Rocco De Prisco. Non volendo peccare di campanilismo, Mandarino, D’Angelo e De Prisco, sono tutti nocerini. Viste le innumerevoli possibilità che offrono i microrganismi EM, perché non impiegarli per il disinquinamento del fiume Sarno? L’Ente regionale ha varato negli ultimi anni con l’amministrazione Caldoro prima e poi con quella De Luca, un progetto idraulico, spesso contestato dagli ambientalisti. Alla luce di un ripristino dello stato di torbidità delle acque dopo il lockdown, già nelle prime 24 ore della fase 2 ed il persistere dell’inquinamento, il metodo giapponese potrebbe venire in aiuto. Gli EM sono una possibilità da sfruttare e da tenere in considerazione. Il concetto di microrganismo effettivo (EM), sviluppato dal microbiologo giapponese Teruo Higa, professore dell’Università di Ryukyus in Okinawa (Giappone), è in fase di studio e molti ricercatori ne stanno verificando la possibilità d’impiego. Se in Giappone si pensa in grande, anche nel nostro Agro nocerino e nella Valle del Sarno si potrebbe fare lo stesso. Al momento una cosa é certa: la “follia” di tre nocerini potrebbe salvare il fiume Sarno. 

Colamonaco Giuseppe 

loading ads