Imma Vietri (FdI): «Occorrono misure straordinarie per il settore delle cerimonie e il suo indotto»

«Benché da anni sia diventato un autonomo settore economico, il mondo delle cerimonie, con tutto il suo indotto, non ha goduto di alcuna specifica considerazione né da parte del Governo né da parte della Regione in questa fase di emergenza per il Covid-19»

Imma Vietri, dirigente di Fratelli d’Italia, denuncia come i tanti imprenditori, artigiani e piccoli professionisti che operano in questo settore non abbiano ottenuto la necessaria attenzione. «Eppure – afferma la dirigente di FdI – parliamo di una realtà che in Italia vale 40 miliardi l’anno di fatturato solo per quanto riguarda i matrimoni. Il blocco è destinato a durare a lungo: probabilmente le cerimonie non potranno riprendere prima di un anno. Il Governo crede davvero che le imprese della ristorazione, del banqueting o dell’abbigliamento, solo per citarne alcune, possano sopravvivere così a lungo ricorrendo ai prestiti bancari, vale a dire indebitandosi? E, per di più, senza sapere neppure quando potranno effettivamente cominciare a restituire i soldi ricevuti in prestito dal momento che non si può ancora ipotizzare una data per la ripresa in sicurezza di queste attività?». Le ricadute negative le avvertirà tutto l’indotto. «Penso a fotografi, parrucchieri ed estetiste, ma anche quanti si occupano della manutenzione delle strutture in cui vengono effettuati i ricevimenti. Come potranno affrontare una crisi di così lunga durata? Allo stesso modo chef e camerieri, che lavorano a chiamata, potranno accedere ai sussidi anche dopo che sarà conclusa la fase strettamente emergenziale?».

Imma Vietri osserva come il problema sia particolarmente sentito in Campania: «Abbiamo zone come la Penisola Sorrentina, la Costiera amalfitana e il Cilento che possono vantare una clientela internazionale. In tanti, infatti, arrivano dall’estero per festeggiare in questi scenari incantevoli il loro matrimonio. Tutto ciò per un anno intero non avverrà. In questo zone molte strutture alberghiere non solo dovranno fronteggiare le conseguenze negative della pandemia sul turismo, ma si ritroveranno a dover fare i conti anche con le cancellazioni dei ricevimenti che rappresentano una voce considerevole del loro bilancio, spesso quella più consistente. È evidente come in questi casi né le agevolazioni creditizie né piccoli sussidi possano risolvere il problema, ecco perché sarebbe opportuno che Governo e Regione si facessero carico di individuare altre misure. Penso una drastica riduzione della tassazione, fino ad arrivare ad un azzeramento di alcuni tributi locali. Del resto, come potrebbe una attività alberghiera, che non avrà incassato un solo euro per mesi, pagare una tassa sui rifiuti che è calcolata sulle dimensioni della struttura? Una richiesta simile rappresenterebbe un vero e proprio sopruso dal momento che senza ospiti o banchetti con centinaia di invitati, la produzione di spazzatura si riduce drasticamente. I provvedimenti necessari per questo settore non possono essere rimessi alla decisione delle singole amministrazioni locali, ma richiedono un input a livello centrale».

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