Vicenda che parte da lontano, già dal 2015
La recente vicenda giudiziaria che ha visto coinvolti alcuni consiglieri comunali e funzionari del Comune parte da lontano. A denunciare il caso l’attivista Alfonso Giorgio che, nel mese di aprile del 2019, aveva scritto al procuratore capo della Corte dei conti di Napoli, al segretario comunale e agli uffici finanziario e legale di Palazzo San Carlo, per il recupero delle somme relative al danno erariale. In quella occasione, l’ex esponente di Idv, aveva chiesto all’ente comunale, la pubblicazione degli atti sulla sezione “Amministrazione trasparente” del sito ufficiale del Comune di Pagani. Atti inviati e relativi alla “costituzione in mora di amministratori e dirigenti” passati in sentenza e taluni in vertenza, “per il recupero delle somme” dovute a Palazzo San Carlo. La questione posta allora da Alfonso Giorgio riguardava le candidature alle amministrative di maggio da parte di “amministratori, dirigenti, dipendenti comunali, condannati in via definitiva, pronti a ricandidarsi”. In mancanza dell’estinzione del debito e per effetto della normativa vigente, si sarebbe contemplato la “ineleggibilità” degli stessi. È quanto scritto al Comune di Pagani dall’attivista paganese il 9 aprile del 2019 e prima della consegna delle liste e delle relative candidature. In particolare, Giorgio, nella missiva protocollata il 9 aprile dello scorso anno, evidenziò che “gli uffici del Comune non hanno provveduto alla messa in mora”.
Al di là dell’aspetto definitivo delle sentenze, é stato contestato a Palazzo San Carlo, nella citata lettera, la non reperibilità di detti atti sul sito ufficiale del Comune di Pagani. Inoltre, lo stesso attivista, aveva sollecitato l’ente a provvedervi, un comportamento in quella circostanza “che appare palesemente omissivo”, come sottolineato da Alfonso Giorgio. Il caso sollevato dall’ex politico di centrodestra, prima dell’ufficializzazione delle candidature, innescò un acceso dibattito politico, ma che non trovò corrispondenza nelle sedi opportune per una risoluzione immediata del danno erariale. La vicenda assume contorni ombrosi e non ancora ben delineati, ed è proprio Giorgio a rilevarlo: “Vogliamo ricordare che esiste già una nota protocolla del 24 settembre del 2015 mai avuto risposta, perché l’ente preferì la latitanza anziché affrontare il problema”. Dunque, il caso “danni erariali” che, solo alcuni hanno risolto, parte da lontano e continua a tenere banco. Nella lettera inviata ad aprile del 2019, si legge: “Questo paese ha il diritto di conoscere se i loro eletti sono stati all’altezza di amministrare, poiché ci sono numerose sentenze emesse dalla Corte dei conti mai onorate e soprattutto mai rispettate”. Va detto che, in occasione della scorsa campagna elettorale e durante alcuni consigli comunali, diversi consiglieri hanno precisato la propria posizione.
Giuseppe Colamonaco