Nocera Inferiore, ai domiciliari accanto all’uomo che aveva tentato di uccidere

Agli arresti domiciliari proprio nell’appartamento accanto all’uomo che aveva tentato di uccidere.

È tornato a casa, in via Siniscalchi a Nocera Inferiore, il pregiudicato Antonio Baldo che lo scorso 2 dicembre con un coltello da cucina aggredì il suo vicino di casa nell’androne del palazzo sferrandogli ben 7 fendenti alla schiena ed al torace. Oltre a ferirlo con la lama, il 57 enne in preda ad un raptus colpì la sua vittima anche al volto causandogli la rottura del setto nasale e dei denti. Fortunatamente le coltellate non raggiunsero organi vitali ma il 74 enne nocerino a distanza di 3 mesi e mezzo dall’accaduto porta ancora i segni di quella violenta aggressione, infatti é ancora in attesa di un intervento al naso. Il pregiudicato subito dopo l’aggressione aveva fatto perdere le sue tracce ma dopo 2 giorni fu catturato alla stazione di Salerno e tratto in arresto con l’accusa di tentato omicidio. Il processo avrebbe dovuto celebrarsi lo scorso 18 marzo ma è stato rinviato al 28 giugno prossimo. Nel frattempo Antonio Baldo, a causa dell’aggravarsi di alcune patologie respiratorie e vista l’emergenza Coronavirus, sabato scorso su disposizione del magistrato è stato scarcerato e rimandato a casa, al rione Gelsi.

“Non è comprensibile nè accettabile che l’uomo che ha tentato di uccidere mio padre sia tornato a casa, a pochi metri dall’abitazione dei miei genitori che sono ancora sotto shock per quanto accaduto pochi mesi fa”. A parlare è Mariarosaria Gaito la figlia del pensionato vittima dell’aggressione. “Non entro nel merito della decisione dei magistrati che hanno scarcerato l’autore di un tentato omicidio,- ha continuato la figlia della vittima – ma almeno non lo mettessero a stretto contatto con i miei genitori. Quando mio padre e mia madre lo hanno visto sul balcone si sono sentiti male. Da sabato vivono costantemente nel terrore, con l’angoscia che l’uomo possa riuscire ad entrare in casa e a fargli di nuovo del male. Ciò che proprio non mi spiego è come mai non ci abbiano neppure avvertiti della sua scarcerazione e del suo rientro a casa. A quanto pare – ha affermato delusa Mariarosaria Gaito – lo Stato tutela più i delinquenti che le persone per bene. Io rivolgo un appello ai magistrati, affinché possano ridare serenità a due persone anziane che al sol pensiero di vivere a pochi metri da chi ha tentato di uccidere, ormai non riescono più a dormire né a stare tranquilli”. La donna si era rivolta anche alla polizia di Stato per una diffida ma le è stato detto di rivolgersi al ministero di Grazia e Giustizia. Intanto l’avvocato della famiglia Gaito,Rosanna Zequila, ha inviato una pec ai magistrati per chiedere chiarimenti rispetto ad un provvedimento ritenuto lesivo. Il pregiudicato sarebbe anche in attesa di una visita pneumologica per valutarne lo stato di salute, ritenuto critico al punto da fargli lasciare il carcere. La figlia della vittima del tentato omicidio lancia un altro appello anche alle autorità sanitarie affinché si accertino subito dello stato di salute dell’uomo, escludendo anche un eventuale sospetto di Coronavirus.

Luisa Trezza

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