Eroico salvataggio di un giovane alpino originario di San Valentino Torio.
Mauro Aito, volontario effettivo al 7° reggimento alpini di Belluno, lo scorso 24 gennaio,si è calato da uno sponda mentre alcuni presenti lo sorreggevano per le gambe e, con la sola forza delle braccia, è riuscito ad afferrare un uomo che stava annegando, traendolo in salvo. Il gesto non è sfuggito al comandante del reggimento, il colonnello Stefano Fregona, che ha avuto per il militare salernitano parole di elogio e di stima. «Sono veramente fiero ed orgoglioso dei miei ragazzi – ha affermato il Colonnello Fregona, – indossare una divisa oggi significa mettersi a disposizione del prossimo e questo giovane volontario ha fatto un gesto, tutt’altro che scontato, e che merita un plauso enorme». Anche i presenti all’episodio, dopo aver seguito con il fiato sospeso le operazioni di salvataggio, hanno accompagnato con un applauso la fuoriuscita dell’uomo dalle acque del naviglio del Brenta. «Non mi sento affatto un eroe – ha affermato Mauro Aito, 28 anni, partito da San Valentino Torio circa 10 anni fa – per me è stato un gesto naturale, direi scontato, di fronte ad una persona in pericolo, non si ha certo il tempo di pensare all’eroismo ma solo ad intervenire con prontezza, io ho pensato a fare il mio dovere di cittadino e poi anche di militare, sono un uomo che serve lo Stato, e lo faccio sempre, al di là della divisa che certamente indosso con grande orgoglio”.
È sempre il giovane alpino, nato a Nocera Inferiore e cresciuto nella cittadina dell’amore e del babà, a ricostruire gli attimi drammatici vissuti lo scorso 24 gennaio. “Ero in libera uscita, erano quasi le 13 e mi trovavo a Dolo, una cittadina vicino Venezia, aspettavo la mia fidanzata, ero andato a prenderla al lavoro per poi andare a pranzare insieme. All’improvviso la mia attenzione – ricorda il caporal maggiore – fu attirata da alcune persone che si trovavano nei pressi della fermata dell’autobus. Da lontano vedevo un gruppetto di persone che si agitavano e chiedevano aiuto. Si trovavano nei pressi di piazzetta Lo Squero, li sentivo urlare ed avevano tutti lo sguardo rivolto di sotto. La piazzetta – continua ancora Mauro Aito – si trova su di una zona rialzata rispetto al naviglio del Brenta, il fiume che taglia in due la cittadina. Trattandosi di orario scolastico pensai subito a qualche ragazzino in difficoltà, comunque iniziai a correre verso di loro per capire cosa fosse accaduto. Una volta sul posto mi accorsi che c’era qualcuno nel fiume sottostante, vedevo un giubbotto che galleggiava, probabilmente era scivolato lungo la scarpata ed era finito in acqua. A quel punto ho chiesto ai presenti di reggermi per le caviglie e mi sono calato lungo la sponda. Dopo alcuni tentativi sono riuscito ad afferrare l’uomo finito in acqua e sono riuscito a portarlo fuori dal fiume. Il resto della storia lo conoscete, sono felice che l’uomo tratto in salvo stia bene, l’importante è questo”.
Luisa Trezza
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