Ignorata fino ad oggi l’ordinanza del sindaco.
Già lo scorso 23 dicembre dal Comune di Roccapiemonte, a firma del sindaco, era partita l’ordinanza contingibile ed urgente indirizzata alla società “Monte dei Paschi di Siena, leasing e factoring banca per i servizi finanziari alle imprese S.p.A. “che risulta proprietaria del capannone di via Piedirocca, affinché provvedesse alla riduzione dei rischi di dispersione e di contaminazione attraverso la rimozione e smaltimento dei rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi consistenti nell’ingente materiale combusto e/o semi combusto a seguito di incendio, estrazione e smaltimento delle acque di spegnimento, e asportazione delle acque dal piano interrato.
Le visure effettuate presso l’Agenzia del territorio ed il registro della Camera di Commercio, avevano consentito di appurare che l’unico proprietario del capannone risulta essere la società bancaria senese, pertanto, si legge nell’ordinanza, “dato atto che il persistere della situazione riscontrata è tale da costituire un potenziale e imminente pericolo per la pubblica e privata incolumità e che ogni indugio potrebbe causare danni irreparabili all’ambiente con ricadute anche a medio e lungo termine sulla salute pubblica, ordina e ingiunge alla società la rimozione secondo la vigente normativa del cumulo di materiale sul piazzale e smaltimento, estrazione delle acque di spegnimento tramite autobotte e da smaltire come rifiuto liquido, come le acque di pioggia incidenti sui piazzali, fino alla completa pulizia degli stessi, inoltre si ordina l’asportazione delle acque dai piani interrati, accumulate per gravità, al fine di impedire l’infiltrazione nel sottosuolo. Demanda al personale del corpo di polizia locale e del settore tecnico la vigilanza, il controllo e la verifica del rispetto della presente ordinanza nonché l’adozione dei provvedimenti di loro competenza”.
L’ordinanza è stata inviata anche al prefetto di Salerno, all’Arpac, al ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, al comando stazione carabinieri di Castel San Giorgio, ai sindaci dei comuni di Nocera Superiore, Nocera Inferiore e Castel San Giorgio, al comandante della polizia locale e al gruppo di Protezione civile comunale.
Tuttavia ad oggi il materiale incendiato continua ad esalare fumi nocivi ed irrespirabili.
Ad aggravare lo stato di preoccupazione ed allarme tra i residenti anche i dati resi noti dall’Arpac la sera del 31 dicembre scorso e che confermano i timori degli abitanti della zona che hanno respirato e stanno respirando tutt’ora diossine, furani ed altri agenti altamente pericolosi.
I dati del 31 dicembre
Dai risultati si rileva che il valore medio giornaliero riscontrato di concentrazione di PM10, pari a 56 μg /mc (microgrammi per metro cubo), risulta superiore al valore limite giornaliero (50 μg/mc indicato nel decreto legislativo 155/2010), da non superare più di 35 volte per anno.
Per quanto riguarda gli IPA (idrocarburi policiclici aromatici), il valore rilevato pari a 2,04 ng/mc (nanogrammi per metro cubo) risulta superiore al valore medio annuo indicato dalla normativa come valore obiettivo per il solo Benzo(a)Pirene (1 ng/mc), con un trend in crescita rispetto al campionamento del 22-23 dicembre scorsi. Le attività di campionamento sono state effettuate per ventiquattro ore tra il 23 e il 24 dicembre in assenza di pioggia.
Gli esiti analitici, riferiti a un periodo di campionamento di ventiquattro ore tra il 27 e il 28 dicembre, evidenziano un valore di concentrazione di diossine e furani pari a 0,20 espresso in pg/Nmc I-T.E.Q (picogrammi per metro cubo in termini di tossicità totale equivalente), superiore al valore di riferimento proposto dal Laender Ausschuss fuer Immissionsschutz e generalmente utilizzato dalla comunità scientifica, pari a a 0,15 pg/Nmc.
I fatti
Erano le 22.15 circa del 21 dicembre scorso quando dalla struttura di via Piedirocca si levarono le prime fiamme. In brevissimo tempo le lingue di fuoco avvolsero il capannone.
Sul posto giunsero squadre di vigili del fuoco da Nocera Inferiore, Mercato San Severino e Salerno. All’opera anche decine di volontari della protezione civile di Roccapiemonte e della Papa Charlie di Pagani.
Il vasto incendio ha visto per giorni i caschi rossi al lavoro, prima di poter domare gli ultimi focolai, in particolare quelli sviluppatisi nel seminterrato.
Solo dopo 5 giorni di incessante lavoro, con i vigili del fuoco presenti giorno e notte, le ultime fiamme sono state spente, anche se i residenti continuano a denunciare i fumi cancerogeni che ancora fuoriescono dalla struttura.
Nel capannone era operativa l’azienda Multitask Service che si occupava di logistica ed imballaggi.
I danni ammonterebbe a diversi milioni di euro.
Sul fronte delle indagini i carabinieri e la procura di Nocera Inferiore, dopo aver sentito i titolari della Multitask, attendono la relazione dei vigili del fuoco.