Mercato Pagani Nocera: rimettere in bonis la società in liquidazione è una soluzione possibile

La vicenda Mercato Ortofrutticolo Pagani Nocera può essere chiusa rimettendo in corsa l’attuale società messa in liquidazione.

È tra le tante soluzioni quella che farebbe più comodo ai soci, in primis ai Comuni di Pagani e Nocera. Una scelta che supererebbe l’impasse amministrativa paganese, dovuta alla recente decadenza del sindaco Alberico Gambino e all’eventualità di un commissariamento, nonché allo scioglimento della giunta comunale. La società è formata attualmente da sette soci ed è una cooperativa che, per legge, dovrebbe averne nove. L’uscita del Comune di Angri e della Provincia di Salerno ha determinato lo stato di liquidazione, soci tra l’altro che sono stati anche pagati. Quindi non vi è nessun motivo economico alla base di tutta la vicenda, anzi, il commissario liquidatore Mirko Apa, ha provveduto ad aumentare gli incassi e ad effettuare tagli sul superfluo. Il ritorno in bonis è anche facile da attuare ed è consentito per legge: basta cambiare la ragione sociale. Alla guida potrebbe rimanere lo stesso commissario liquidatore, ma non è esclusa la nomina di un nuovo manager. È ovvio che per cortesia istituzionale, visti anche i risultati della fase di liquidazione, converrebbe tenere per un determinato periodo lo stesso Apa. In effetti sono aumentati gli incassi derivanti dalle barriere, le somme provenienti dal recupero di crediti, nonché un considerevole risparmio dovuto al taglio delle tessere omaggio: già nei primi sei mesi del 2017 si registrò un aumento in entrata di 223mila euro, rispetto al semestre del 2016. Oggi i proventi derivati dagli ingressi sfiora il milione di euro all’anno. Un risanamento che ha toccato anche i bilanci che non venivano approvati dal 2016: oggi entrate ed uscite godono di un attivo di centinaia di migliaia di euro. Tutto questo è stato possibile poiché il liquidatore è stato autorizzato dai soci, in funzione del miglior realizzo, dinanzi al notaio, di provvedere anche all’esercizio provvisorio dell’azienda sociale, allo scopo di assicurare l’ultimazione dei contratti non ancora eseguiti e di evitare che la fase di liquidazione possa essere di nocumento al patrimonio sociale. I compiti affidati ad Apa sono anche quelli di procedere alla vendita delle merci e di provvedere mediante vendita al dettaglio a prezzi di realizzo. Rimettere quindi la società in bonis è una soluzione concreta e che andrebbe a beneficio di tutti. Diversamente l’ipotesi di una nuova società, anch’essa percorribile, si troverebbe a fare i conti con le cause in corso ed i rateizzi. In pratica il nuovo soggetto, oppure, i Comuni, dovrebbero farsi carico di queste due incombenze. La soluzione per ovviare ai debiti sarebbe quella di mantenerli in carico alla società in liquidazione che, per farvi fronte e per la normativa vigente, chiederebbe comunque ai vecchi soci di onorare i contenziosi e i piani di rateizzo. È solo una questione di volontà politica e presumibilmente si tratta di uno scontro tra fronti opposti paganesi. Il commissario liquidatore non è l’ostacolo della vicenda, in verità, sarebbe pronto, in caso di costituzione di una nuova società, ad ultimare la liquidazione senza occuparsi più della gestione ordinaria.

 
gc

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