Paternità negata: il caso Albani

Marco Albani chiede un incontro al presidente del tribunale nocerino e annuncia nuove forme di protesta.

Mio figlio non è un pacco postale ed io non sono un baby sitter, mi rendo conto che parole come affido condiviso e bigenitorialità siano sconosciute ai giudici nocerini, ma io non mi arrendo e continuerò a combattere per amore di mio figlio. Sabato sarà il mio compleanno, ho chiesto al giudice anche il pernottamento, spero davvero che il giudice accetti l’istanza altrimenti sarò costretto a forme eclatanti di protesta”. A parlare è Marco Albani, padre separato di Nocera Superiore da 4 anni al centro di una vera e propria battaglia giudiziaria con la ex moglie per potersi vedere riconosciuto il diritto di fare il padre.
Albani ha dato vita anche ad un’associazione nazionale per difendere e tutelare i diritti dei padri separati ed ha raccolto centinaia di storie di dolore e di paternità negate, anche se a vivere il dramma sono anche tanti nonni e zii che si vedono ugualmente privati dei loro nipoti. In una lunga lettera indirizzata al Presidente del Tribunale di Nocera Inferiore, dott. Vito Colucci,Albani scrive:
“Egregio Presidente,
Io Sottoscritto Sig. Marco Albani, in qualità di ricorrente nei confronti della Sig.ra omissis nella causa di separazione in oggetto  Le sottopongo quanto segue.
Sono costretto a scriverLe questa missiva, come mio malgrado ho dovuto fare già in passato al Presidente Dott. Catello Marano, per portarLa a conoscenza dell’ ennesima mortificazione del diritto di un padre ad esercitare il suo ruolo di genitore. In data 26.06.2019, come da dispositivo che Le allego. il G.I. , chiamato a decidere sulla richiesta avanzata dal mio legale ,riguardo alla modifica delle condizioni di diritto di frequentazione padre-figlio, ha deciso di non decidere, o meglio di rimandare ogni decisione al collegio.
La mia vicenda è tristemente nota, ho dovuto spesso intraprendere azioni di protesta pacifica, l’ultima a Settembre dello scorso anno, quando lo stesso G.I. aveva disposto che lo scrivente ed il figlio dovessero continuare ad esercitare il diritto di frequentazione presso i servizi sociali, rinviando la discussione a Gennaio c.a. In seguito alla mia protesta, e vista l’istanza del mio legale in due mesi lo stesso G.I. ( pur con l’ausilio di un ulteriore ctu ) il cui esito era gia’ scontato, a parere dello scrivente visto l’ottimo rapporto padre-figlio, ritorno’ sulle decisioni prese a Settembre e dispose il diritto di frequentazione in piena liberta’. Diritto di frequentazione esiguo nei tempi, ma che ho accettato pur di far uscire mio figlio dai servizi sociali.
All’ epoca ed ora la controparte, e quanto da me dichiarato e’ agli atti del fascicolo , addusse come opposizione alla mia richiesta di un diritto di frequentazione libero, la patologia di cui mio figlio soffre, ossia un Disturbo dello Spettro Autistico“. Motivazione riproposta dalla controparte anche nell’ udienza del 26.06.2019. Nulla di più assurdo!!! Da Novembre ad oggi il piccolo Alessandro ha vissuto periodi di serenità con il suo papà, ma vista la sua patologia, non posso esimermi da genitore nel comunicarLe che un diritto di frequentazione, come quello che era vigente fino a prima dell’ udienza del 26 Giugno, era comunque non adatto al suo equilibrio psicofisico. Da genitore Responsabile, visto il meraviglioso rapporto  padre-figlio, in udienza avevo richiesto il pernotto a week end alternati ed un lasso di tempo di dieci giorni dove poter trascorrere con mio figlio un periodo di vacanza senza dover sottostare ad orari rigidi ed inconcepibili.
Il piccolo Alessandro a Dicembre compirà cinque anni, sono in grado, e questo è comprovato da fatti, ad occuparmi di lui ed a gestire ogni esigenza, dall’alimentazione, al cambio del pannolino, alla sua igiene personale. Nel dispositivo che le allego si evince che “La Sig.ra omissis sottolinea solamente che il bambino, essendo in cura con la terapista , ha bisogno dei suoi tempi per poter accettare eventuali modifiche rilevanti delle proprie abitudini di vita“. La solita scusa addotta anche a Settembre dello scorso anno!!!
L’elemento che più mi lascia basito e’ che in un altro passaggio del dispositivo si evince che “Il figlio minore Alessandro stia con il papà il giorno del suo compleanno , ovvero il 6 Luglio dalle ore 9:00 alle ore 16:00, nonché la settimana che va dal 12 al 19 Agosto, dalle ore 09:00 del mattina sino alle ore 16:00, fermo restando la possibilità che il pernottamento venga eventualmente concordato dalle parti, precisando altresi’ come ogni decisione definitiva della presente vicenda (e quindi anche in relazione alla domanda di pernottamento, non possa che essere adottata collegialmente e solo all’ esito della sentenza“

In riferimento a questo ultimo passaggio del dispositivo, mi preme fare due precisazioni:
1) E’ inconcepibile che un bambino di circa cinque anni debba essere messo in condizione di uscire e di rientrare a casa materna, nelle ore più calde della giornata, con l’impossibilità da parte del padre di essere messo nella condizione di portarlo un giorno al mare senza poter fare una corsa per poterlo riaccompagnare in tempo;
2) Il G.I. lascia alle parti la facoltà di decidere per il pernotto. Mi viene da chiederLe, se il Tribunale sia un luogo dove si decide o se sia un bar dove le parti si accomodano e cercano un accordo in presenza di una terza persona che non sia un Giudice. Un giudice deve decidere, in mancanza di accordo tra le parti, e non è affatto veritiero che la decisione finale spetta al collegio in merito al pernottamento a casa paterna. Durante l’iter processuale di ogni separazione il G.I. dispone modifiche riguardo al diritto di frequentazione padre- figlio anche in materia di pernotto.
Nel caso specifico, il giudice o rileva situazioni ostative al pernotto presso il padre e le indica in sentenza, o lo concede. Invece rimanda al collegio e addirittura alle parti!!! Ultima comunicazione, rilevante a mio parere, per metterLa a conoscenza del comportamento della contro parte, è la produzione di migliaia di volantini dove la stessa a Novembre dello scorso anno ha denigrato il giudice indicando le generalità dello stesso , nonché lo scrivente. Ho portato a conoscenza sia la Sua cancelleria che quella del G.I., in  merito a tale accaduto, ma il G.I. non ha preso alcun provvedimento per difendere la sua dignità personale e di rappresentante delle Istituzioni. Tanto premesso, Le chiedo di essere convocato, con urgenza, presso il Suo ufficio di presidenza, per esporLe ancora piu’ nel caso specifico la gravissima situazione. Le comunico altresi’ che il mio legale ha già presentato istanza all’ attenzione del G.I. ,con la richiesta urgente di modifica del diritto di frequentazione padre-figlio per il periodo estivo, richiedendo un provvedimento , inaudita altera parte Confido in un Suo interessamento alla vicenda , affinchè sia data ad un padre ed a suo figlio la Libertà di  poter trascorrere del tempo insieme nel pieno rispetto della bi-genitorialità”.

L.T.

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