Da lunedì 29 a mercoledì 1 maggio una 3 giorni di rievocazioni storiche per far rivivere la plurisecolare festa del Majo.
Quella che si apprestano a vivere i comuni di Nocera Superiore e Roccapiemonte grazie all’incessante lavoro dei volontari dell’Associazione Il Santuario e del Rettore del Santuario di Materdomini, Padre Valerio Molinaro,con il contributo delle due amministrazioni comunali e di tantissime associazioni, è una festa antica e molto sentita perché affonda le sue radici nella cultura e nella storia dell’Apudmontem. Materdomini si trasformerà in un vero Borgo Medievale, per tre giorni ci si potrà immergere in un’altra epoca , vivendone usi e costumi ed assaporandone le pietanze. Un salto indietro nel tempo reso possibile dall’entusiasmo e dal grande attivismo dell’Associazione Il Santuario presieduta da Luigi Casaburi.
La Storia.
<< Erano questi tre pali( alberi), tutti adorni di fiori e di altri artifizi, che si portavano in chiesa il mattino del 1 maggio: uno dagli abitanti di Rocca, un altro da quelli di Nocera Soprana, del rione Malloni, ed un terzo dai Monaci ed abati, ai quali nel XVIII secolo si sostituirono gli eredi dei fondatori della Congregazione del Rosario, e specialmente i componenti della famiglia Pirro. I sindaci precedevano e le soldatesche scortavano il Corteo, cui erano obbligati ad intervenire anche i vassalli della SS.Trinità di Cava ( in Roccapiemonte), come secondo il medesimo Anonimo, stava scritto nell’antica platea>>.
È la descrizione della festa che si legge nel libro.
“Dalla Storia del Santuario di S.Maria Materdomini in Nocera Superiore” di P.Giacomo Fabiano D’Afragola dell’Ordine Francescano Minore. Ma il primo maggio si festeggia anche l’anniversario della consacrazione della Basilica Pontificia di Materdomini che dal 1932 è stata dichiarata monumento nazionale. Le sue origini risalgono infatti all’anno 1060, in quel tempo esisteva solo un tempietto, nel quale era protetta l’immagine della Madonna che, secondo la leggenda, era stata rinvenuta da una donna del posto, Caramari (cara a Maria). L’anno seguente , il 1°maggio 1061, questo tempietto venne consacrato da Papa Niccolò II, il quale stava ritornando dal Concilio di Melfi; successivamente venne ingrandito ed esattamente quando un certo Pietro Ferrara, un nobiluomo che aveva lasciato le armi per mettersi al servizio della Madonna (fu per questo chiamato Pietro De Regina), diede inizio ai lavori, costruendo anche un monastero. Dapprima furono i frati Umiliati, detti preti bianchi dal colore dell’abito a reggere il monastero di Materdomini, poi nel 1631 furono chiamati i frati Basiliani e solo nel 1829 arrivarono i Frati francescani, che ancora oggi lo reggono.
Luisa Trezza