Pubblica utilità e sfratto coatto

A Nocera Superiore la ristrutturazione dei locali dell’ex macello comunale che diventerà la sede della polizia municipale passa attraverso lo sfratto coatto di una famiglia che vive nella struttura dal 2008, da quando il commissario prefettizio dell’epoca, il dott. Giustino Di Santo, affidò i locali alla signora Anna Maria Campone Bartiromo.

“Non sono un’abusiva come vogliono far credere – dice la signora Anna Maria stringendo tra le mani proprio l’ordinanza n.17 dell’8 settembre 2008 con la quale le fu affidato l’appartamento – vivo qui da 11 anni e non possono sbattermi fuori così, purtroppo sono una donna sola ma sono pronta a gesti eclatanti”. Anna Maria Campone Bartiromo viveva nei prefabbricati del dopo terremoto di via Risorgimento e fu il Comune ad assegnarle regolarmente i locali quando i container furono smantellati per il rischio amianto. Poi è arrivata l’ordinanza di sgombero del 18 febbraio 2019 per pubblica utilità ma senza che per per la donna ci fosse possibilità di avere un altro alloggio comunale in quanto per l’Ente non ne avrebbe diritto. La donna attualmente vive con i suoi due figli e tre nipotini piccoli che si ritroveranno presto senza una sistemazione stabile.

Attraverso i servizi sociali il Comune ha offerto assistenza e sostegno alla famiglia garantendo il fitto di un alloggio per almeno un anno ma né il Comune né la donna hanno trovato una casa. Nell’immediato l’Ente è alla ricerca di un residence o di un b&b in cui trasferire la famiglia a partire dal prossimo 29 aprile, giorno dello sfratto forzato. Se non sarà trovata una sistemazione per tutti, il nucleo familiare potrebbe essere separato e la madre con i tre bambini potrebbero andare in una casa famiglia mentre la nonna andrebbe in un’altra struttura. Una storia difficile e delicata, una famiglia dignitosa che si trova a vivere un momento di grande sconforto in cui sperare in un futuro sereno e stabile appare impresa ardua.

Redazione

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