Resta al centro del dibattito politico il Piano Urbanistico Comunale ( PUC) approvato lo scorso 20 dicembre dalla giunta sangiorgese.
“Uno strumento urbanistico molto chiacchierato, approvato senza aver dato possibilità di parola a nessuno, né ai cittadini, né alle Associazioni né tantomeno ai professionisti del nostro paese- ha affermato Andrea Donato, capogruppo dell’opposizione – il sindaco Paola Lanzara e la sua maggioranza hanno addirittura esautorato il Consiglio Comunale del suo ruolo, opponendosi all’istituzione della commissione consiliare urbanistica”. Donato solleva una lunga serie di problematiche ad iniziare dalla cava di Lanzara che nel Puc viene identificata come zona D ( industriale ) E.E. che sta per estrattiva esistente, eppure la cava è ferma da oltre trent’anni. “Rispetto alle cave l’amministrazione Lanzara ha fatto la prima grande figuraccia – afferma sempre Donato – presentando un’osservazione al proprio Puc nel quale, pur ribadendo la volontà di non toccare la cava- puntualizza ancora l’ex sindaco – si guarda bene dallo specificare in che zona del Puc rientrerà la cava. È come se ci fosse una regia esterna occulta – denuncia Donato – questa amministrazione adotta delibere di cui ignora il contenuto, proprio come è avvenuto per Villa Calvanese”. Donato critica aspramente la procedura di approvazione visto che l’attuale amministrazione si è sottratta ad ogni forma di confronto. “Sono stati adottati deliberati degli anni 2012/2014 risalenti all’amministrazione Longanella,- spiega Donato – atti che avevano ricevuto innumerevoli osservazioni da parte dell’ufficio urbanistico della Provincia di Salerno tanto è vero che l’Amministrazione Sammartino aveva deciso di rifare il Puc ex novo. Invece la Lanzara ha preferito saltare tutta la fase preliminare, dando per buoni quegli atti, comprese le consultazioni con il territorio risalenti al 2012”. Saltando tutta la fase preliminare l’amministrazione è andata direttamente in giunta adottando il Puc , era lo scorso 20 dicembre.
Il Puc prevede un percorso molto chiaro e lineare ma sarebbero tanti i paradossi segnalati da Donato, come l’approvazione in simultanea di piano strategico e relazione ambientale (VAS).
L’incarico per la Vas era stato dato il 12 ottobre ma è arrivata al Comune solo il 20 dicembre giorno dell’approvazione del Puc. Un altro neo, secondo Donato, è la nomina del consulente del Rup ( figura di supporto al Responsabile unico del procedimento) tale consulente è anche il progettista del Puc, praticamente controllore e controllato sono la stessa persona. “C’è una confusione tra il piano strutturale ed il piano operativo – afferma ancora Donato – dalla documentazione agli atti i due piani sono sovrapponibili, praticamente uguali, cambia solo la legenda e questo dato non è una cosa di poco conto. Il piano strutturale – spiega meglio Donato – è quello che va ad individuare le invariati del piano, ossia quelle zone che possono essere cambiate solo da un nuovo piano regolatore. Invece il piano operativo contiene tutte le variazioni che possono intervenire nella realizzazione del Puc” Insomma secondo Donato una serie di distrazioni sospette.
“È stata adottata la norma perequativa individuando i comparti ma senza produrre una vera e propria perequazione perché le aree edificabili viaggiano per proprio conto e quelle degli standard separatamente. È sconcertante che durante l’adozione in giunta il Puc sia stato scomposto in diverse tavole e durante la votazione c’è stato un avvicendamento degli assessori evidentemente con conflitti di interessi – denuncia Donato – e questo la dice lunga anche sulla individuazione delle zone C, quelle residenziali, dove nasceranno le nuove lottizzazioni, invito i cittadini ad andare a vedere a chi appartengono queste aree. Manovre sospette anche per le zone B,sempre edificabili, distinte in zone B1 e zone B2. Per le zone B1 sature è consentito l’ampliamento del 20%, in caso di ristrutturazione l’ampliamento arriva al 35%. Nelle zone B2 di completamento invece per poter edificare è previsto un lotto minimo di 600 metri con un rapporto di 0,42 per metro quadrato. Per non parlare delle aree agricole dove sono stati ignorati il registro e la mappa delle aree agricole asservite o già accorpate a fabbricati rurali esistenti per cui i suoli che non avevano più potenzialità edificatorie vengono resuscitati. È assurdo che il parametro urbanistico usato sia dello 0,03 metro cubo per metro quadro contro quello nazionale dello 0,03 metro quadro per metro quadro. Una distrazione o una scelta? si chiede Donato. Certo è che questo Puc va nella direzione del consumo del suolo.Un piano che si ispira al massimo consumo del suolo piuttosto che ispirarsi al criterio dello zero consumo. Bisognerebbe invece puntare a costruire sul costruito, favorendo l’innalzamento dei sottotetti rendendoli abitabili e avviando l’adeguamento antisismico. Per quanto riguarda invece le aree standard il Puc fa solo una elencazione delle stesse ma non rappresenta nessun dimensionamento e non fa nessuna comparazione tra gli standard pregressi e/o quelli generati da nuovi insediamenti abitativi. Inoltre si fa confusione su cosa è uno standard e su quali aree devono essere considerati gli standard. Inoltre il RUEC (regolamento urbanistico edilizio comunale) adottato,che dovrebbe chiamarsi REC, è una libera interpretazione della delibera di giunta regionale 287 del 2017 che impone il recepimento integrale del regolamento edilizio tipo quindi non interpretabile come invece ha fatto l’amministrazione”. Ultima riflessione di Donato è sulla individuazione del tecnico progettista del PUC che vanterebbe pochissima esperienza in materia in quanto da curriculum non risultano al suo attivo altre collaborazioni nella realizzazione di strumenti urbanistici. Un Puc destinato a creare ancora tensioni, visto anche le 172 richieste di modifiche arrivate al Comune e rispetto alle quali si attendono risposte.
L.T.