Giustizia per Souleymane. Il caso arriva in Parlamento

Con una interrogazione parlamentare la deputata cinquestelle Anna Bilotti, avvocato giffonese, riaccende i riflettori sull’episodio verificatosi lo scorso 24 febbraio al pronto soccorso dell’ospedale Gaetano Fucito di Mercato San Severino. Qui, nel cuore della notte, un giovane ivoriano giunse con un’ambulanza del 118 lamentando forti dolori al petto.

interrogazione-ospedale-fucitoSouleymane Rachidi già dal suo ingresso nel pronto soccorso di Curteri – come lui stesso ha confermato più volte – venne accolto in modo brusco da un’infermiera che alla vista del ragazzo proferì le testuali parole “ma Salvini li fa ancora entrare in Italia questi qui?”. Mortificato il giovane disse sottovoce ai portantini di riferire all’infermiera che lui purtroppo capiva bene l’italiano, sperando in questo modo di chiudere la discussione. Purtroppo la donna continuò ad inveire contro il ragazzo in barella arrivando ad augurargli più volte la morte.
Nel video che il ragazzo riuscì a registrare si sente chiaramente una donna che ripete “devi morire” e “non ti voglio vedere più” ma tuttavia il ragazzo per ragioni di privacy inquadra solo se stesso pertanto la donna, dinanzi agli ispettori inviati dal direttore generale dell’Azienda Ospedaliera Universitaria, ha poi asserito che le sue parole fossero rivolte al collega del 118 e non a Souleymane. Cosa confermata da tutti coloro che al momento dei fatti si trovavano al Pronto Soccorso.

Ora però la vicenda approda in Parlamento con un’interrogazione fatta dalla Parlamentare del M5Stelle Anna Bilotti direttamente al Ministro della Salute Giulia Grillo,. “ – Per sapere – premesso che: nella notte tra sabato 23 e domenica 24 febbraio 2019 è stato trasportato da un’ambulanza presso il pronto soccorso dell’ospedale Amico Gaetano Fucito di San Severino un ragazzo di 20 anni di origine Ivoriana che lavora e vive in provincia di Salerno.Il ricorso d’urgenza alle cure sanitarie era causato da problematiche respiratorie. Da quanto risulta da organi di stampa e da testimonianze dirette al paziente sarebbe stato riservato un trattamento tutt’altro che consono ai livelli minimi di assistenza garantiti da servizio sanitario nazionale. In particolare, uno degli operatori presenti avrebbe pronunciato ripetutamente frasi ingiuriose di chiaro intento razzista al punto da costringere il giovane a rifiutare le cure per poi rivolgersi nella notte stessa ad altra struttura sanitaria. Il fatto, così documentato dall’interessato con video rilanciato sui social network, ha destato sgomento ed è stato riproposto anche da testate nazionali.L’episodio è stato stigmatizzato dai sindaci dei comuni di San Severino e Pellezzano, comuni che fanno riferimento alle comunità presso cui il giovane vive ed è perfettamente inserito. Nella giornata successiva il direttore sanitario predisponeva un’indagine interna che avrebbe in poche ore sollevato il personale medico e paramedico da ogni tipo di responsabilità, mentre il ragazzo confermava i fatti discriminatori -: di quali elementi disponga il Ministro interrogato in merito a quanto esposto in premessa e quali iniziative di competenza intenda adottare per assicurare la correttezza dei comportamenti del personale sanitario. E tutelare la dignità e il decoro del servizio pubblico prima ancora della salute”.

Redazione

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