Nocera Inferiore. Torquato e la nuova politica: “Mi sento sempre più lontano”

Facebook non è solo un social. È qualcosa di più che nel tempo sì è trasformato nel diario dei ricordi, delle riflessioni e delle confessioni.

Un esempio recente è il triste annuncio dell’ex sindaco Aliberti che, proprio alla rete, affida il suo pensiero di farla finita. Ieri sera, un altro politico, il sindaco di Nocera Inferiore, Manlio Torquato, scrive un post che fa molto riflettere sulla politica di ieri e quella di oggi. Un pensiero personale, ma che racchiude uno spaccato di storia politica italiana che riguarda anche molti di noi. Il primo cittadino scrive: “Sconfitto a chi! Sono stanco di non poter scegliere. Da quando è iniziata la mia diaspora politica, oltre 17 anni fa, di domande me ne son fatte parecchie. Mi sono affacciato a qualche finestra (nell’illusione di trovarne una mia) senza però mai entrare in una casa, perché troppo poco somigliava alla prima. In principio fu l’ MSI, anzi, mio padre.Ed Almirante”. Torquato racconta poi il suo percorso: “Poi venne AN, generazionalmente congeniale. Versione riformista, a destra, di chi, sull’altro lato, ritenevo un modello: Craxi ed il suo socialismo tricolore.
Poi un po’ di vicende locali (ricordate la caduta di Di Vito? La mia espulsione per eccesso di lealtà?). E nazionali (l’indigesta nascita del PdL berlusconiano con annessa svendita di una generazione di giovane classe dirigente: da Alemanno ad Urso a Fini neppure lo considero), mi spinsero in quel civismo in cui ancora oggi navigo”.

Inoltre aggiunge: “A 50 anni. Mi è costato qualche incredibile vittoria (quella straordinaria e irripetibile del 2011) e un po’ di solitudine. E l’illusione che il riformismo stesse rinascendo, con Renzi e De Luca. Un’illusione, appunto. Mentre a sinistra e a destra amici o finti tali s’andavano riposizionando. In attesa dei destini propri. Nel frattempo qualche sbirciata finto terzista (dalle parti del Popolarismo) che manco ne valeva la pena, senza mai prendervi parte, ed ancora: l’unica rotta del governo cittadino. Nel frattempo l’universo si contrae, direbbe l’astrofisica, la mia vita pure, la mia esperienza politica anche. Con la ridotta ambizione di “partorire” a destra e a sinistra, un “erede”, foss’anche dall’opposizione, ma sempre di erede si tratta, di questa straordinaria esaltante ormai faticosa un po’ stanca esperienza cittadina. Libera, ma sempre più “non troppo”. Altri tessono la loro tela. Non la mia. Non la nostra”. In chiusura del post, alcuni punti interrogativi: “Intanto il mondo politico cambia, tra leghisti tricolori e pentastellati di governo. Ed io mi sento sempre più lontano. Più solo. Più vecchio? Ricominciare allora. Per cosa? Da dove? Per chi? Le parole del sindaco fanno pensare, danno vita ad una riflessione profonda, sono punto interrogativo dell’uomo prima della poltrona. Riflettiamo, ascoltiamo e pensiamo oltre, prima di ogni percorso lavorativo. Quando ci perdiamo, ritroviamoci.

Sonia Angrisani

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