Tagli, inefficienze, servizi scadenti riducono i passeggeri. Legambiente presenta Pendolaria 2018.
Dal 2010 tagli ai servizi ferroviari pari all’8% a fronte di un aumento dei biglietti del 48%. La spesa per i pendolari è pari allo 0,69% del bilancio regionale. Treni vecchi e lontani dagli standard europei: 370 treni in circolazione sulla rete regionale con un’età media di 19,8 anni con il 65,6% dei treni con più di 15 anni di età. A Napoli sono 81 i treni metropolitani con un’età media di 19,8 anni e il 77,8% dei treni con più di 15 anni 42 i Tram in circolazione con una età media di 19,5 anni. Per i circa 308.484 mila pendolari campani che ogni giorno prendono il treno per andare a lavorare o a studiare la condizione del trasporto pubblico è sempre più insostenibile. Con risultati inevitabili. Dal 2011 ad oggi il calo dei pendolari è stato vertiginoso, passando dai 467.000 utenti a 308.484 (mentre negli ultimi anni il trend nazionale è per fortuna in risalita): in pratica un crollo del 34%. In termini pratici sono oltre 158mila i pendolari che hanno abbandonato il trasporto pubblico (buona parte riguarda la Circumvesuviana, a causa di tagli e del degrado del servizio) per i mezzi privati, che significa una stima prudente di oltre 79mila automobili che in sette anni sono ritornate a circolare sulle nostre strade, con più ingorghi e più smog.
A fotografare la situazione del trasporto ferroviario pendolare in Campania è Pendolaria, il rapporto annuale di Legambiente, presentato oggi. In Campania – sottolinea Legambiente – dal 2010 ad oggi sono stati effettuati tagli complessivi al servizio dell’8%, mentre c’è stato un aumento delle tariffe del 48%. La Regione Campania investe ancora troppo poco per potenziare il servizio e comprare treni: la spesa nel 2017 per i pendolari è di 121,76 milioni di euro tra servizi e materiale rotabile, pari ad un totale dello 0,69% del bilancio regionale. Una spesa del tutto inadeguata perché ancora non sufficiente ad eliminare i gravi problemi che affliggono molte delle linee pendolari. Inoltre, in Campania continua ad aumentare l’età media dei treni, nonostante segnali di investimento e dei primi inserimenti di nuovi convogli nel corso degli ultimi mesi. Complessivamente – in Campania sono 370 i treni in servizio sulla rete regionale, con una età media dei convogli in circolazione sulla rete regionale di 19,8 anni, con il 65,6 % dei treni con più di 15 anni di età. Non diversa la situazione a Napoli dove sono 81 i treni metropolitani con un’ètà media del materiale rotabile di 19,8 anni; il 77,8% dei treni ha, invece, più di 15 anni. Sono 42 i tram che circolano nel capoluogo napoletano con una età media di 19,5 anni con ben il 57,7% dei tram con più di 15 anni. Nel capoluogo napoletano sono 74milioni i passeggeri annui che utilizzano la metropolitana, cifre basse rispetto i 496 milioni annui di Milano ed i 310 milioni di Roma. “La situazione dei pendolari – ha dichiarato Mariateresa Imparato, presidente regionale di Legambiente – è inaccettabile e insostenibile. Un fenomeno sociale che interessa poco ma che incrocia i grandi temi dell’attualità e i problemi che vivono ogni giorno le famiglie, di contrazione della spesa per l’aumento del costo dei trasporti e in particolare proprio di quello legato all’automobile, di inquinamento e congestione delle città. Gli amministratori e l’intera classe politica sono chiamati a scelte nette, non si possono più avere tentennamenti o alibi davanti alle esigenze e ai diritti dei pendolari. Una sfida sociale, economica e ambientale: investire sul trasporto pubblico significa far crescere le persone che si spostano in treno nelle città, contrastare lo smog, avere città più vivibili e sostenibili e far risparmiare le famiglie italiane”.