Non c’è pace per la chirurgia vascolare. Vigliotti lascia l’ospedale del Mare

Il medico chirurgo di Roccapiemonte Gennaro Vigili, non senza polemica, lascia l’incarico di direttore della Chirurgia Vascolare dell’Ospedale del Mare di Napoli.

Il reparto divenne famoso in tutta Italia lo scorso 8 luglio a causa dell’ex primario Pignatelli che per festeggiare la sua nomina aveva fatto dimettere tutti i pazienti ricoverati in modo che tutti potessero partecipare ai festeggiamenti organizzati presso un noto locale di Pozzuoli. Pignatelli fu sospeso e gli subentrò Gennaro Vigliotti,proveniente dall’Umberto I di Nocera Inferiore. Da lunedì 10 dicembre Vigliotti sarà in aspettativa essendo vincitore di analogo incarico a Caserta dove risulta vincitore di concorso proprio come a Napoli. In una lunga lettera indirizzata ai vertici del Loreto Mare, Vigliotti ripercorre i poco più di 3 mesi trascorsi a Napoli, durante i quali, nonostante le evidenti difficoltà riscontrate, è riuscito a portare il reparto ad un livello di eccellenza.

La lettera di Gennaro Vigliotti.
“Carissimi direttori, come loro sanno, da lunedi prossimo 10 dicembre pv, io sarò in aspettativa dall’incarico di direttore della struttura complessa di Chirurgia Vascolare essendo vincitore di analogo incarico presso l’Azienda Ospedaliera Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta. Quando sono arrivato in questo Ospedale (01/09/2018) ho trovato una situazione disastrosa nella UOC assegnatami : il clamore mediatico dovuto al caso del precedente primario sospeso dall’incarico, personale infermieristico assolutamente non abituato alla “vera” tipologia di chirurgia vascolare, personale medico assolutamente demotivato, assenza completa di strumentazione adeguata di sala operatoria. Sono stato accolto e amichevolmente incoraggiato dal Direttore Sanitario, che confidava nelle mie personali capacità tecniche ed organizzative. Così il lunedi successivo (03/09) abbiamo cominciato con una TEA carotidea e un by-pass femoro-distale con vena in situ; il giorno dopo stent carotideo e PTA periferica; il giorno dopo due TEA carotidea e., cosi via. Alla data di oggi siamo a 135 interventi ( aneurismi open, in urgenza e in elezione, aneurismi endovascolari in urgenza ed in elezione, TEA carotidea, urgenze vascolari traumatiche, ischemie periferiche, stent carotidei, PTA periferiche ecc.) : in tre mesi si è creata una chirurgia vascolare completa con personale impegnato e con mortalità zero correlata alla patologia vascolare. Tutto ciò è stato possibile per l’impegno del personale medico che ha voluto impegnarsi in questa prova ( dott. Piati, dott.ssa Di Leila, dott. Spinetti, dott. Di Lorenzo, dott.ssa De Angelis, Dott.ssa Viola), alla coordinatrice ( dott.ssa Morra) e a tutto il personale infermieristico indistintamente. Il reparto di chirurgia vascolare, annesso al Centro Trauma ( sede che le avevo caldeggiato di cambiare per motivi esposti allora) è diventato un modello di efficienza ( non vi sono “parenti” vicino ai pazienti, a meno di casi particolari; i pazienti non si lamentano della assistenza; le stanze e i pavimenti sono puliti; non vi è confusione ( a parte il passaggio per la ortopedia), le giornate di ricovero pre e post-operatorie sono ridottissime. Tale efficienza va ancora perfezionata, con il monitoraggio continuo dei pazienti e con la telemetria e possibilmente con il trasferimento della UOC nel padiglione centrale. Dovrei dirle anche della estrema collaborazione in un clima di vera amicizia, creatosi tra me e il personale anestesiologico e della sala operatoria, che ci ha permesso di operare, ad esempio, fino a tre TEA carotidea in una mattina dalle 8 alle 14. Dovrei dirle della estrema collaborazione con la radiologia interventistica del dott. Santini. Ho avviato e concluso ( purtroppo in fase di valutazione per noti problemi) la gara per l’acquisto sul MEPA dello strumentario chirurgico ( in questo periodo ho messo a disposizione della sala operatoria il mio strumentario personale), ho avviato le gare per le endoprotesi e per l’arco a C in sala operatoria ibrida. Soprattutto devo ringraziarla della sua collaborazione e disponibilità.

Perché vado a Caserta? Perché mi è stato proposto un incarico maggiore dopo la mia accettazione alla UOC. Perché avrò la possibilità di coordinare anche la Cardiochirurgia e quindi potrò operare patologie al momento qui non trattabili ( aneurismi toraco-addominali, dissezioni, arch surgery). D’altra parte, come loro ben sanno, non ho avuto alcuna proposta migliorativa in questa sede, pur avendo “sopportato” per tre mesi ( e forse anche in futuro) difficoltà legate ai procedimenti in corso tra la ASL e il vecchio primario. Ovviamente, essendo in aspettativa, sono sempre in attesa delle eventuali proposte migliorative della Direzione Strategica, tenuto conto che la Chirurgia Vascolare dell’Ospedale del Mare è una mia creatura e che, dopo poco tempo, aveva fatto parlare di se in tutta la regione. In ogni caso sottolineo che il mio incarico presso l’Ospedale del Mare, è derivato da una situazione contingente e non da una scelta in primis ( come mi sarei aspettato, visto l’enorme divario tecnico, scientifico ed organizzativo tra i concorrenti ), per cui sarebbe stato decisivo un incarico o impegno della DG che sottolineasse la scelta fatta : insomma io non ho studiato tanto per fare il sostituto di “qualcuno che ha fatto una festa”. Ho scelto di venire il 01/09 perché, come dalla delibera, mi era stato chiesto in relazione alla apertura del PS, quindi mi sono adattato ad un volere della gestione commissariale ( nel frattempo la Chirurgia Vascolare di Nocera Inferiore è andata a rotoli, dopo averla portata a livelli nazionali = 800 interventi in tre anni), così come anche adesso, sarei rimasto a Napoli, se richiesto dalla amministrazione regionale. E’ un ragionamento semplice e professionale.Spero di non essere stato tedioso, ma mi premeva fare queste considerazioni con voi affinchè non passassi per uno sprovveduto o irriconoscente. In particolare, devo ringraziare il dott. Forlenza, per il quale la mia stima personale è sempre alta per la sua storia personale e amministrativa e che è stato sempre accogliente nei miei confronti. Vi ringrazio ancora a nome di tutta la chirurgia vascolare, ora in grado anche di provvedere alle urgenze e alla gestione normale, e spero di potere, se sarò ritenuto un “buon chirurgo”, di poter interrompere il mio periodo di aspettativa e ritornare con un incarico simile a quello che ora andrò a ricoprire“.

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