Una grande mobilitazione per il fiume Sarno.
Domenica 25 novembre, nel punto esatto in cui il torrente killer Solofrana, uno dei principali e più inquinati affluenti del Sarno tocca ben quattro comuni, in località San Pasquale di Codola nel comune di Roccapiemonte e sul limitare dei tre comuni di Castel San Giorgio, Nocera Superiore e Nocera Inferiore, si ritroveranno enti, associazioni, comitati, scuole e cittadini per un momento di denuncia e di sensibilizzazione. A promuovere il raduno la Rete a difesa del fiume Sarno ad un anno dalla sua nascita.
L’appuntamento è per le ore 10.00 del prossimo 25 novembre. Alle 9.00 il gemellaggio con il 7* raduno in MTB “ Mobili Salvati”.
Quello di Codola, a ridosso dell’antica chiesetta di San Pasquale, è infatti uno dei tratti in cui l’affluente si appalesa agli occhi di chi ha la sventura di trovarsi a piedi, per quel torrente nauseabondo e carico di veleni quale è. Acque nere maleodoranti, cariche di rifiuti di ogni sorta ma anche di metalli pesanti, cadmio e cromo esavalente con livelli ben al di sopra di quelli di guardia e che più volte hanno spinto il sindaco di Roccapiemonte ad emettere ordinanze di divieto di coltura e di pascolo per i terreni adiacenti le sponde del Solofrana. Ad oggi, nonostante i blandi proclami da parte delle amministrazioni interessate, il Sarno, compresi i suoi principali affluenti Solofrana e Cavaiola, attraversa infatti ben 39 Comuni, di cui 18 appartenenti alla Provincia di Salerno, 17 a quella di Napoli e 4 a quella di Avellino, poco o nulla si è visto.
Un problema enorme, una bomba ambientale che continua ad essere attenzionata solo a parole. La Rete a difesa del fiume Sarno resta un ultimo, grande baluardo, a cui guardare con grande speranza per il futuro anche se di disinquinamento del fiume Sarno si parla da oltre 30 anni ma di fiume Sarno si continua a morire.