Si è da poco conclusa in Campania la settimana del benessere psicologico durante la quale tutti gli psicologi italiani hanno gratuitamente aperto a tutti i cittadini le porte dell’ascolto come opportunità per imparare a capirsi e volersi più bene.
Le problematiche psicologiche più diffuse oggi giorno derivano da uno stile di vita frenetico, dal non avere mai tempo per sé stessi e per gli altri, dal preoccuparsi eccessivamente di tutte le richieste ambientali per poi trascurare importanti segnali che la mente invia nella convinzione che tutto vada bene, ignorando che molto spesso un malessere fisico possa essere causato da un disagio mentale più profondo. Spesso mi capita di vedere occhi strabuzzanti di fronte alla parola “disagio mentale”, ma essa può assolutamente affrancarsi da una comune accezione negativa ed essere finalmente vista secondo un’ottica più costruttiva. La società di oggi pullula di persone “stressate” soprattutto psicologicamente, ma solo pochi sanno che lo stress è quanto di più buono ci possa capitare nella vita. Certo, bisogna differenziare lo stress buono (eustress) da quello cattivo (distress), perché qualsiasi situazione, anche la più piacevole, riesce a stressarci in quanto portatrice di cambiamento.
Ecco, questo è lo stress: semplicemente una nuova richiesta ambientale a cui noi cerchiamo di adeguarci. Da un punto di vista evolutivo lo stress ha avuto una funzione salvavita, consentendo ai nostri antenati di sopravvivere alle minacce, in quanto lo stimolo stressante determinava l’attivazione dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene e del sistema nervoso simpatico, producendo una risposta fisiologica e comportamentale tale da preservare la propria incolumità; ecco perché, per affrontare tutte le vicissitudini quotidiane, ci ritroviamo ad avere al mattino alti livelli di cortisolo (ormone dello stress), che vanno poi scemando verso la sera durante la fase di riposo. Mal di testa, stanchezza, mal di stomaco, ansia, sono tutte espressioni somatiche di stress.
Ma è giusto immaginare una vita senza stress solo perché responsabile di qualche malessere? Lo stress è il sale della vita, ovvero non se ne può fare a meno perché è tipico anche di situazioni piacevoli, ma in dosi eccessive esso diventa pericoloso. Dunque, se è impossibile tenere lontano lo stress dalla nostra vita, è necessario programmare strategie di coping che consentano di fronteggiarlo al meglio, perché i segnali di un organismo stressato non vanno assolutamente sottovalutati: basti pensare che uno stress cronico va a poco a poco ad indebolire il sistema immunitario. Indebolendo quello cardiovascolare, predispone al rischio di infarti, causando diabete, obesità e persino tumori; mentre sul versante psicologico rischia di causare disturbi d’ansia, disturbi depressivi o ossessivo-compulsivi. Per dirla in altre parole, piuttosto che demonizzare lo stress lamentandoci di dover continuamente mantenere un equilibrio sulla corda tesa della vita, cerchiamo di valutarlo positivamente, considerandolo funzionale ad una crescita personale, all’ aumento della resilienza e al raggiungimento di ciò che ci sta più a cuore. Se, dunque, ho problemi di stress a lavoro, non deciderò di non lavorare più ma andrò a fortificare i miei muscoli psicologici cercando di risolvere i problemi che mi causano disagio. Sarà, poi, proprio riconoscendo questa vittoria che la mia resilienza aumenterà così da poterla sfruttare domani in situazioni ancora più stressanti.
In ultimo, e non per ordine di importanza, bisogna ricordarsi sempre ad intervalli di tempo regolari di spegnere il motore per evitare che vada in escandescenza. Inoltre è altrettanto importante dedicarsi ai propri hobby e a ciò che ci fa stare bene, rinunciando alla costante idea di eccellere perché in alcuni casi non serve essere perfezionisti; ricordarsi, poi, di esprimere sempre i propri pensieri ed emozioni (anche per iscritto quando verbalmente non è possibile), evitando il rischio di ingabbiarli.
A cura della dott.ssa Verdiana Abitudine