La sconvolgente realtà del dottore della morte

Alessandro Marra, il dottor Morte come è stato subito ribattezzato, in servizio presso l’unità operativa di Medicina del Dolore e Cure Palliative dell’Hospice “Il Giardino dei Girasoli” distretto 64 di Eboli della ASL Salerno, era nativo di Salerno ma da qualche anno era residente a Roccapiemonte. Il medico 51 enne è accusato di omicidio e si trova attualmente agli arresti domiciliari.

La sua, nell’ambito dell’inchiesta condotta dalla procura di Salerno che ha portato all’emissione di altri 10 provvedimenti che hanno raggiunto 3 dirigenti medici, 3 infermieri professionali, 3 operatrici addette all’assistenza dei pazienti e un agente tecnico che sono stati interdetti dall’attività professionale per 12 mesi, risulta sicuramente la più grave e delicata. Agli 11 indagati vengono contestati, a vario titolo, i reati di omicidio, truffa ai danni del Servizio sanitario nazionale, peculato, falso e cessione di farmaci a effetto stupefacente.

Il dottor Marra, definito già l’angelo della morte, lo scorso 18 gennaio, avrebbe somministrato ad un 28enne di Battipaglia, malato terminale di cancro, una forte dose Midazolam – farmaco che aveva sottratto illecitamente proprio dalla farmacia ospedaliera – praticandogli di fatto un’eutanasia che nessun familiare gli avrebbe peraltro richiesta. Il medico avrebbe deciso di sua spontanea volontà di mettere fine alle enormi sofferenze del ragazzo che pure erano evidenti. Sono drammatici i colloqui intercettati dai carabinieri del Nas tra i medici prima e dopo la morte di Carmine Giannattasio e che hanno portato Marra all’arresto per omicidio. Fin dalle prime ore, il decesso del 28enne battipagliese era sembrato sospetto. Dal 15 gennaio, Carmine, malato terminale di tumore, era tornato a casa per trascorrere gli ultimi giorni tra i suoi familiari ed amici più cari. La notte tra il 17 e il 18 gennaio le sue condizioni peggiorano, il ragazzo è molto agitato e sofferente tanto da spingere i genitori a chiamare un’ambulanza. Alle 6.47 del mattino un familiare del paziente chiama Marra dicendo che intorno alle sei era intervenuta un’ambulanza per soccorrere il giovane che «stava facendo il pazzo a letto» per il forte dolore e non riuscivano a calmarlo in nessun modo, e che nemmeno la bombola d’ossigeno lo faceva respirare. Sul posto anche un medico dell’Adi che alle 6.55 si sente con Marra, consigliandosi sul da farsi. Dalle intercettazioni si evince chiaramente che Marra chiede al collega di addormentare definitivamente il ragazzo ma quest’ultimo preso dal panico si rifiuta dicendo di non avere esperienza.

Era forse Marra o altri ad avere esperienza in tal senso? Il medico si rifiuta categoricamente e va via. Dopo qualche ora a casa del giovane battipagliese arriva proprio Alessandro Marra che gli somministra la dose di Midazolam e va via. Alle 9.20 i familiari gli comunicheranno che Carmine è morto. Alle 9.45 Marra telefona al collega dell’Adi e gli annuncia la morte del giovane e questi gli risponde «Dio te ne renda merito… non so come cavolo fai. Guarda che… io non ce la faccio». Alle 9.49 in una telefonata a una donna, Marra rimarca di essere arrivato in tempo, per addormentarlo. Nella stessa giornata, nel pomeriggio arrivano anche i carabinieri per l’avvio delle indagini. Da tempo, infatti, su disposizione della Procura, i carabinieri del Nas tenevano sotto controllo le attività del distretto 64 di Eboli, soprattutto dopo la denuncia di una infermiera che aveva segnalato la sparizione di numerosi medicinali e prodotti sanitari dalla farmacia ospedaliera. Quella denuncia, poi ritirata a seguito di pressioni da parte di un sindacalista, ha poi portato ad un’indagine che ha scoperto un vero e proprio scandalo fatto di furti di medicinali e materiale sanitario di vario genere, falsificazione di firme di pazienti, visite fasulle, assenteismo dai luoghi di lavoro per praticare visite private ed altro. Ma ciò che più ha sconvolto gli investigatori è stata la scoperta di una pratica, quella delle iniezioni letali, che apre sicuramente un filone dai contorni tutti ancora da chiarire. Il giovane battipagliese è stato il primo o Marra ha eseguito la stessa procedura su altri malati terminali?
Saranno ora le indagini a rispondere a queste inquietanti domande.

redazione

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