Esito imprevisto poco fa della manifestazione di parenti e amici del 60enne Raffaele Russo, del 25enne figlio Antonio Russo e del 29enne nipote Vincenzo Cimmino, i tre napoletani scomparsi in Messico.
Alle 11.04, un corteo ha bloccato i treni alla stazione di Napoli Centrale, al grido “Lo Stato c’ha abbandonato”, per denunciare, a loro dire, le scarse attività di ricerca dei tre napoletani scomparsi mentre stavano vendendo generatori elettrici in uno stato messicano. Alle 10 di stamane era stata convocata la manifestazione partendo dal n.129 di via Amerigo Vespucci, nei pressi delle palazzine delle Case Nuove a Napoli. All’improvviso, guidato da gruppi di donne con le magliette con stampate le foto dei tre scomparsi, il corteo è entrato a valanga all’interno della stazione ferroviaria di Napoli centrale, fino a bloccare la circolazione di alcuni Freccia Rossa. Almeno una ventina di persone si sono posizionate su alcuni binari. L’intervento delle polizia ha evitato che gran parte del corteo entrasse nello scalo ferroviario. La protesta era salita di toni dopo che ieri i familiari avevano incontrato il console del Messico che ha riferito loro di non avere novità nelle ricerche dei tre scomparsi.
Dal 30 gennaio scorso si sono perse le tracce dei tre napoletani che si trovavano a Tecalitlàn, nello stato di Jalisco, in Messico. I tre sono stati arrestati il 31 gennaio dalla polizia locale e consegnati per 43 euro a un banda di trafficanti di droga affiliata al cartello Jalisco Nueva Generacion. A febbraio l’arresto di tre poliziotti messicani che avevano “venduto” i tre napoletani ai trafficanti e a luglio quello di “don Lupe”, all’anagrafe conosciuto Josè Guadalupe Rodrìguez Castillo, trafficante internazionale di droga, che li avrebbe “acquistati”. Si parla della ritorsione nei confronti dei tre napoletani per la vendita di generatori elettrici non funzionanti quale causa del loro rapimento.
Intanto, per un’ora, ripercussioni sul traffico ferroviario su tutta la rete campana e nazionale a causa dei manifestanti.
Angela Ricciardi