Felicità: dalla genetica alle esperienze

Nuovi studi sulla felicità.

Diversi sono gli studi di Sonya Lyubomirsky, uno dei ricercatori che ha dato il maggior contributo nel campo “Lo studio della felicità”, una scienza che guarda a ciò che fa star bene le persone, in contrapposizione alla psicologia tradizionale che individua gli aspetti clinici da curare. 

Le ricerche della Lyubomirsky hanno dimostrato che questo tipo di felicità può essere forzata dentro se stessi per il semplice fatto che è essa è già presente in noi. Un esperimento condotto su alcuni gemelli ha consentito infatti di scoprire che il 50 per cento della nostra felicità (o infelicità) è di tipo genetico, mentre un altro 40 per cento della nostra felicità è determinato dalla nostra mente e dai nostri pensieri. Il restante 10 per cento è in balia degli eventi esterni.

Cosa che invece fanno i farmaci antidepressivi, secondo la Lyubomirsky, concentrandosi sulla riduzione dell’effetto delle emozioni negative, come per altro il nome stesso suggerisce.

Tutti noi sperimentiamo emozioni negative e positive. Le prime, come la paura e la rabbia, restringono l’attività di cuore e mente e limitano il numero di reazioni che il nostro cervello prende in considerazione per compiere le proprie scelte. Le emozioni positive aumentano la dopamina e la serotonina a disposizione del nostro cervello, rendendolo più creativo, più aperto a nuove esperienze e in grado di vedere le cose in maniera distaccata, con il conseguente aumento della capacità di risolvere i problemi.

Perché continuare a giocare in un videogame in cui non abbiamo nessun ruolo, se non quello passivo di vedere la nostra giornata banalmente sfumata dalle iettature di chi non ha imparato ad amare, a sorridere, a ridere?

La vita è fatta di cose semplici come passeggiare lungo un sentiero di montagna o accarezzare il tronco di un albero. La vita è fermarsi ad osservare i gabbiani che volano, i bambini che giocano. La vita è ammirare i movimenti lenti dei nostri anziani, che ne hanno viste tante eppure continuano ad andare avanti.

C’è un piccolo segreto per essere felici sempre. È un segreto che tutti noi conosciamo ma che in pochi viviamo nella nostra vita. Il segreto è quello di condividere con quante più persone possibili la nostra felicità. Condividere con chi incontriamo il nostro saluto, una stretta di mano, un caffè ma facendo anche le così più semplici in maniera vera, autentica e che diventano per questo speciali. La condivisione è una forma d’amore in azione. A milioni di persone la parola AMORE suscita disagio. Milioni di persone non hanno mai ricevuto una carezza, una piccola attenzione. Queste persone spesso sono infelici e fanno della loro infelicità la loro vita. Sono persone che incontriamo tutti i giorni lungo il nostro cammino: al supermercato, al lavoro, a casa nostra.

Essere in grado di vivere e far vivere a queste persone il nostro piccolo segreto per essere sempre felici accadrà qualcosa di meraviglioso nella nostra vita. Da spettatore diventeremo protagonisti di una vita degna d’essere vissuta.

Sonia Angrisani

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