5 Maggio 1998 – Un ricordo

Le note del coro “Va pensiero”, suonato dell’orchestra “Primavera” e intonato dagli alunni della allora “Scuola Media” (oggi Secondaria di primo grado) di Bracigliano, coprivano il boato della collina che veniva giù, mentre, gioiosi, docenti (io, che avevo curato il coro formato da 50 alunni, Giovanni D’ Auria, Ester Senatore, Matteo Gigantino e Giuseppe Cardaropoli, insegnanti di strumento) e alunni, eravamo tutti intenti a provare i brani e pronti all’indomani, a partire in direzione di Termoli, dove ci attendeva una performance in un Concorso importante che, a detta degli esperti, avrebbe visto certamente conquistare un premio ai nostri studenti…mancava all’appello, stranamente, un solo alunno, ma pensammo che si fosse assentato per le avverse condizioni meteo…(invece quel ragazzo non lo avremmo rivisto mai più…la furia dell’acqua lo stava portando via per sempre insieme alla mamma e ai suoi fratellini).

Alle ore 16.30 circa, il salone delle prove “Madre Teresa di Calcutta” fu invaso da una moltitudine di genitori che prelevavano i figli in maniera frettolosa, senza dare una spiegazione concreta. Noi docenti, chiedevamo di lasciarli ancora un altro po’ per le prove, ignari di quello che stava accadendo…mi ricordo la voce del prof. Antonio Ungaro che tuonava: “Firmate i permessi per l’uscita!”, ma niente, facemmo una grande fatica per farci firmare i permessi…noi docenti dovevamo rincorre i genitori per le firme perché essi sembravano sordi, intontiti, come impazziti…….

Mi è rimasta impressa più di ogni altro genitore, la figura della signora Mariettina, mamma di Daniela e Fulvia che, velocemente, tra la confusione in atto, prelevò due alunne che non erano le sue figlie. Mi meravigliai del fatto che non stesse prelevando prima le proprie bambine….mi disse concitata: “Professoressa, se i vigili chiedono di queste ragazze, avvisateli che stanno a casa mia”…
Nel giro di pochi minuti rimanemmo a scuola solo noi docenti… provammo a fare qualche telefonata ma la linea era isolata…arrivarono i vigili che ci consigliarono di non muoverci di là, ma noi prima o poi avremmo dovuto rincasare… il prof. Ungaro ci disse di seguirlo…ci avrebbe fatto strada e ci avrebbe creato un varco con la sua automobile. Dal lato che porta a Ciorani non si poteva passare…era già diventato tutto un lago rosso di terracotta dall’acre profumo di bosco.

Ritornammo indietro e scendemmo per la strada che porta a Siano, trasportati da un fiume impazzito di fango. La mia automobile era diventata una zattera…in macchina con me c’erano mio figlio Antonio e un’ alunna, Cristina Daniele che spesso viaggiava con me…i vetri erano appannati… non si vedeva nulla perché l’aria era diventata color terracotta…pregavo Dio che ci facesse arrivare a casa sani e salvi… arrivammo a casa alle 19.00… i miei familiari avevano appena appreso dai mass media del disastro che stava verificandosi…in tv vedemmmo in diretta le immagini di ciò che accadeva……….

( ricordo di Franca Farina, docente )
immagine – salerno today

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