Una sentenza del Tar sulla cassa integrazione potrebbe riaprire il capitolo risarcimento danni agli imprenditori penalizzati dopo la chiusura dello scarico delle acque nel canale Fosso Imperatore. Il nodo centrale rimane la non attribuzione della responsabilità a chi inquina realmente il canale. Tutto parte da un ricorso della lavanderia industriale Power Wash che ha dovuto bloccare la sua attività in seguito all’ordinanza n. 47 del 2 novembre 2017 con la quale il Comune di Nocera Inferiore ha disposto “la chiusura delle tubazioni di scarico nel canale Fosso Imperatore delle acque reflue e meteoriche provenienti dall’area Pip per il rispetto delle norme in materia di opere idrauliche”, determinata a un precedente provvedimento del Consorzio di bonifica. Dopo l’ordinanza, la lavanderia industriale aveva presentato all’Inps due domande di integrazione salariale ordinaria, una relativa a 5330 ore di cassa integrazione guadagni e un’altra per ulteriori 260 ore. L’Inps aveva respinto entrambe le istanze ritenendo che la difficoltà della azienda era stata causata dai suoi scarichi non in regola. Del resto la Cig è concedibile per contrazione o sospensione dell’attività produttiva a causa di situazioni aziendali dovute ad eventi transitori e non imputabili all’imprenditore o agli operai oppure determinate da situazioni temporanee di mercato. Insomma la colpa era dell’azienda e quindi niente cassa integrazione. Ma il Tar ha rilevato che la revoca dello scarico decisa dal Comune «non consente di ritenere che la colpa della non conforme qualità delle acque reflue immesse nel canale sia riconducibile alla Power Wash, in quanto in zona ci sono numerosi impianti industriali che scaricano nel canale e nel provvedimento del Comune non vi è alcun riferimento ad un eventuale comportamento negligente dell’azienda». Insomma, non vi è prova che la Power Wash inquinasse e quindi la cassa integrazione va concessa. «E’ da sempre la nostra tesi – afferma l’avvocato Raffaele Guerritore, che assiste la ditta –. Non siamo noi ad inquinare, del resto abbiamo un impianto di depurazione da 300mila euro. La chiusura dello scarico dell’area Pip ha causato a noi un danno di 1,8 milioni di euro solo alla Power Wash, che dovrà essere risarcito dal Comune o dal Consorzio di Bonifica, enti che hanno determinato la chiusura dello scarico».
Salvatore De Napoli da La Città