Dall’omelia pronunciata durante i funerali di Raffaele Rossi.
Sant’Egidio del Monte Albino
19 aprile 2018
Ci troviamo davanti ad una scomparsa prematura ed improvvisa, la vita di Raffaele è stata strappata barbaramente in una notte di primavera mentre era con gli amici.
Le nostre lacrime oggi sono vicino a quelle dei genitori, dei familiari, degli amici, dei compagni di scuola, dell’intera comunità.
Le nostre lacrime manifestano i sentimenti contrastanti che proviamo, siamo sconcertati, increduli, proviamo tanta amarezza, tanto sgomento, tanta rabbia, tanta delusione.
Come è possibile che un pezzo di ragazzo così buono, disponibile,affabile, abbia dovuto concludere i suoi giorni così in fretta?
Ce lo chiediamo tutti.
Al pari di Marta di Betania che disse a Gesù: se tu fossi stato qui mio fratello non sarebbe morto!
N’ess fatt mai juorn, questo mi ripeto nella mente ripensando a quel brutto risveglio, quando alle 6 del mattino ho guardato il cellulare ed appreso della sventura.
La morte è un’intrusione, si intrufola nelle nostre vite perché Gesù non è intervenuto, almeno così pensiamo, facciamo fatica anche noi da sacerdoti a spiegare, non riusciamo a dare una risposta. Perché tutto questo Signore ? La morte ci delude, ci ruba la ragione, di fronte alla morte ci si arrende .
La morte, umanamente, è uno scoglio irremovibile, non si può infrangere, ci ruba tutta la speranza umana.
La ruba alla ragione che cerca risposte.
Oggi ve lo chiedo in ginocchio, cari fratelli e sorelle, siamo intorno al caro Raffaele, facciamo entrare la fede, quella che ci fa riconoscere la vera vita di Raffaele. La fede ci dice che lui non è morto, a Marta che contesta, Gesù fa capire che lui c’è sempre. La nostra fede ci fa riconoscere che noi, sia che moriamo, sia che viviamo, siamo del Signore.
Le parole umane non servono, non leniscono il dolore.
Noi abbiamo bisogno delle parole di Dio che ci aiutano a sollevare il velo dinanzi ai nostri occhi.
Noi misuriamo la vita per gli anni e per gli obiettivi raggiunti ma non è così per il Signore.
Raffaele ora vive!
Le anime dei giusti sono nelle mani di Dio, siamo custoditi da quelle mani, siamo accolti da quelle mani.
Raffaele è nella pace.
Non vorrei che quanto accaduto passi come un momento di cronaca.
Ci auguriamo che la sua morte, questo tragico evento con gli amici che ancora lottano, non venga archiviato e passi tra quelle notizie di cui ci si dimentica in fretta.
No!
Non deve essere così!
Noi desideriamo giustizia.
Siamo fiduciosi che essa esista.
Ci auguriamo che al più presto la giustizia possa portare luce sulle reali responsabilità di questo tragico incidente.
Raffaele era il fiore più bello e merita verità e giustizia.
Lo dico a chi ha delle responsabilità, alle Autorità.
Fatelo per Raffaele.
Per Gaetano ed Emanuele che lottano per vivere.
La vita di Raffaele era una vita promettente, aveva tanti sogni, era un ragazzo buono ed intelligente.
Lascia una grande eredità, momenti di gioia,di generosità, di fede, di amicizia.
Li lascia nel cuore di tutta la comunità.
Era un ragazzo buono, rispettoso, volenteroso, amico fedele e premuroso.
Noi non lo dimenticheremo mai.
Vi lascio con una frase di una Santa che mi sta molto a cuore e che invito a riscoprire,Santa Teresina del bambino Gesù.
Negli ultimi giorni di vita, Santa Teresina rassicurò le consorelle che l’ingresso in cielo non le avrebbe impedito di continuare a lavorare per la salvezza delle anime.
Voglio passare il mio cielo a fare del bene sulla terra, diceva la Santa.
E noi a Raffaele auguriamo lo stesso, di passare il suo cielo a fare del bene a tutti noi.
Caro Raffaele, passa il tuo cielo a fare del bene a tutti noi.
Funerali di Raffaele: le parole di don Gerardo Coppola
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