L’Ande rende omaggio alla giornalista Daphne Caruana Galizia, per sempre icona di verità e libertà, che consapevole del rischio mortale si è battuta in solitudine a salvaguardia del bene comune.
Con l’assegnazione del Premio Civitas 2018 alla memoria di Daphne Caruana Galizia, la giornalista maltese assassinata lo scorso 16 ottobre a Malta, si è concluso stamane nell’aula bunker del tribunale nocerino, il progetto “ Cultura contro Mafie,Terrorismo e Corruzione “ organizzato dall’Ande, l’associazione nazionale donne elettrici di Nocera Inferiore, presieduta da Gigliola Famiglietti. A ritirare il premio la sorella della giornalista assassinata, Corinne Vella, che ha ricevuto il riconoscimento dalle mani di Iside Russo, presidente della Corte d’Appello di Salerno, accompagnata dal procuratore generale di Salerno Leonida Primicerio.
A fare da padroni di casa il presidente del tribunale di Nocera Inferiore Catello Marano ed il Procuratore Antonio Centore. In aula centinaia di studenti in rappresentanza delle scuole di ogni ordine e grado del territorio raggiunte dal progetto dell’Ande.
Al tavolo dei relatori anche il presidente dell’A.N.A.C. Raffaele Cantone, il presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Campania Ottavio Lucarelli e il magistrato Aldo De Chiara, autore dei brani “La Ballata di Paolo Borsellino” e “ Per Daphne” eseguiti stamane dagli studenti del liceo Musicale Galizia diretto da Maria Giuseppa Vigorito.
La figura ed il ruolo di Daphne Caruana Galizia, giornalista e blogger scomoda, sempre alla ricerca della verità tanto da pagare con la vita il suo amore per la legalità e la giustizia, sono stati ben delineati da tutti i relatori.
Oggi il giornalista rappresenta una vera e propria sentinella di democrazia e legalità sui territori e la magistratura guarda con grande rispetto a questo ruolo. Lo stesso Procuratore Generale di Salerno, Primicerio , rivolgendosi ai ragazzi ha consigliato loro di rileggere la Costituzione, di cui ricorrono proprio quest’anno i 70 anni, con particolare attenzione agli articoli 21 e 104, il primo che sancisce e tutela la libertà di stampa, il secondo che scolpisce l’autonomia e l’indipendenza della magistratura.
Oggi in Italia ben 267 giornalisti sono stati minacciati nell’esercizio del loro ruolo, e 19 sono sotto scorta. In Campania, come ha riferito il presidente dell’Ordine Lucarelli, sono 12 i giornalisti sottoposti a forme di tutela.
Purtroppo Daphne Caruana Galizia non è stata tutelata da uno stato europeo, quello maltese, in cui la magistratura è emanazione diretta del potere politico. Lunedì prossimo 16 aprile, saranno esattamente 6 mesi di impunità dall’uccisione della giornalista di Malta. Gli assassini di Daphne Caruana Galizia sono ancora in libertà ed i loro nomi, come quelli dei mandanti, sono ancora sconosciuti Daphne è stata perseguitata e minacciata in vita, ed anche dopo la sua morte è in atto il tentativo di screditarla, per cancellarne la memoria e con essa anche il lavoro svolto.
Il premio assegnato stamane a Nocera Inferiore rappresenta un passo importante verso una presa di coscienza che deve diventare collettiva.La giornalista maltese è morta in nome del sacrosanto diritto di sapere, che è di tutti. “Quando i giornalisti sono perseguitati ed uccisi quello è un attacco contro tutti, – ha detto la sorella di Daphne Caruana Galizia giunta stamane a Nocera per ritirare il riconoscimento alla memoria della congiunta – un crimine contro la nostra dignità e libertà di cittadini. Ma i giornalisti non dovrebbero pagare questo prezzo con le loro vite, l’impunità dei crimini commessi contro i giornalisti deve terminare. I giornalisti dovrebbero solo far suonare l’allarme – ha continuato- e non dovrebbero farlo morendo. Oggi quell’allarme sta suonando per tutti noi – ha concluso rivolgendosi in particolare alla platea di giovani – se voi lo avete sentito e state reagendo, prendendo una posizione contro la corruzione e contro le forze che hanno portato via da noi Daphne, se in tanti seguiranno il vostro esempio, le cose inizieranno a cambiare, allora si inizierà a fare giustizia e Daphne non sarà morta invano”.
Luisa Trezza