Per comunicare non bisogna per forza parlare.
Come svelare una bugia, come accorgerci di un “raggiro”. Sul tema abbiamo chiesto il parere al noto psicologo ed ipnotista Vincenzo D’Amato. «Quando si parla di comunicazione, solitamente, si pensa a ciò che si sente, o a ciò che si dice, non si prende quasi mai in considerazione però che la comunicazione si divide in comunicazione verbale, non verbale e para verbale. La comunicazione verbale, ovvero ciò che diciamo, conta per circa il 10%, mentre il 90% è dato dal para verbale e non verbale, ovvero: gesti, toni inflessione retorica, mimica. Questo ci fa capire che non vale tanto ciò che dico, ma come lo dico che segna la differenza. Imparare a comprendere il linguaggio del corpo, degli occhi, con i dettagli della gestualità, della mimica, ci permette di capire tanti aspetti di una comunicazione che diversamente non comprenderemo. Inconsciamente riusciamo sempre a percepire parte di ciò che l’altra persona sta comunicando, penso sia capitato a tutti di trovarsi di fronte ad una persona che ci parla e di pensare che quella persona ad esempio non ci piace, questo sta a significare per il nostro inconscio ha percepito in modo non razionale la persona che c’è di fronte dicendo delle bugie, oppure in generale utilizza una comunicazione manipolatoria e quindi non riusciamo ad entrare in empatia accettandone i contenuti. Ovviamente la parte che si riesce a percepire in modo inconscio spesso non basta per smascherare una comunicazione fuorviante o truffaldina. Questo capita spesso nella comunicazione che utilizzano i politici, siamo prossimi alle elezioni, e ogni giorno incontriamo persone che magari non c’hanno mai nemmeno salutati e che in virtù del fatto che si inizia a cercare voti, utilizzano atteggiamenti non comuni alla loro naturale comunicazione, parte di questi atteggiamenti li riusciamo a percepire inconsciamente, la gran parte però andrebbero compresi attraverso il linguaggio para verbale e non verbale. È chiaro che per imparare questa tipologia di comunicazione, ci vuole esperienza e soprattutto comprensione delle tecniche della comunicazione stesso. I piccoli sintomi comunque che tutti possono apprendere ed applicare arrivano soprattutto dagli occhi, sappiamo che il nostro lato sinistro è il lato della razionalità mentre il lato destro è lato dell’emozionalità, per cui sai che c’è di fronte quando ci dà una risposta guarda a sinistra va nella sfera del ricordo, visivo, ricordo uditivo, se invece guarda a destra probabilmente è nella sfera dell’immaginario, per cui posso immaginare che stia inventando e presumibilmente ci sta dicendo una bugia. Gli aspetti chiaramente sono complessi, non basta guardare lo sguardo, il tutto va associato ad altri segnali che il corpo lancia ma di base questo si può già aiutare a smascherare.
Importanti segnali da tenere ancora presente il colore, ovvero le variazioni di colore del viso, la sudorazione, il battito cardiaco, ed eventuali gesti che si ripetono tipo toccarsi il naso o toccassi la fronte.
Ricordare però la differenza che passa tra parole e linguaggio del corpo, questo ci fa capire che se guardo un video e tolgo il testo ovvero l’audio non posso capire assolutamente ciò che sta dicendo guardando chi ne sta parlando, perché la differenza la fanno dal vivo il tono, le inflessioni, oltre alla mimica e dal linguaggio del corpo le percentuali definito dall’Albert Mehrabian sono tuttora valide, se però interpretate nel giusto modo altrimenti si corre il rischio di fraintendimenti»
Adriano Rescigno