Rubrica – 1° numero di “Righe Magnetiche”

“Società moderna: chiedi ad un pesce di arrampicarsi su un albero e lo farai sentire uno stupido”.

Ma quanto siamo realmente portati a fare qualcosa?
Nostra incompetenza o incompetenza indotta da un contesto che non valorizza le nostre potenzialità? Dai banchi di scuola al posto di lavoro, come primo argomento da trattare abbiamo chiesto al dottor Vincenzo d’Amato come individuare i contesti a noi favorevoli e cercare di prevenire le reazioni negative a perrsone e contesti che tendono ad abbassare le nostre motivazioni e le nostre competenze.

Molto spesso nelle scuole italianeci spiega Vincenzo d’Amatoe anche nella vita di tutti giorni, si chiede alle persone di fare cose che poi non riuscendo a realizzare innescano dei meccanismi che abbassano sempre di più la loro autostima! È questa la causa scatenante di motivazioni autentiche o inautentiche… Mi spiego meglio…  se tutti volessero essere il sindaco del paese come logica di per sé non ci sarebbe nulla di male. Il problema è che non tutti hanno le stesse doti e le stesse capacità, per cui se tutti fossero davvero sindaco di un paese il problema lo creerebbero alla società, perché ricoprirebbero un ruolo per cui non sono portati, ed anche loro stessi, perché vivrebbero una motivazione generata non dal soddisfacimento dei propri bisogni ma per una risposta a quelle che sono le richieste della società moderna! 

Il danno quindi e doppio… Per lavorare su una motivazione autentica bisogna soddisfare quelli che sono i propri bisogni, operando in un qualcosa di cui si è competenti, portati, per cui ci sia passione, e che genera quindi un risultato soddisfacente. In questo modo a priori ci sarebbe un motivo per fare azione! Molto spesso sento dire in ambito scolastico:  il ragazzo non è portato! Cosa vuol dire non è portato? Oppure l’allievo non è motivato! Ma motivato a fare cosa? Queste frasi spesso arrivano da insegnanti, da genitori, o da capi del personale! A questo punto penso che queste figure dovrebbero fare un’auto analisi perché rientrano in quelle figure generate da una motivazione inautentica, solo per la voglia di risposta al ruolo sociale, perché, non hanno le caratteristiche di base per poter svolgere quel ruolo. Prima di dire che qualcuno non è portato, o non è motivato a fare un’azione o un compito bisogna analizzare le caratteristiche di quella persona e soprattutto le proprie, nel poter creare un’opportunità confacente le attitudini dell’allievo o della persona che svolge una mansione, e tira fuori la sua motivazione autentica che genera un risultato soddisfacente per chi lo realizza e da un contributo positivo alla società che lo accoglie… 

Il falegname che realizza un mobile con passione, competenza ed amore, deve essere motivato e soddisfatto allo stesso modo del chirurgo che opera il suo paziente in un intervento a cuore aperto… Entrambi mettono a disposizione della società e di se stessi le proprie competenze per la realizzazione di uno scopo che dà alla stessa società un risultato straordinario e a se stessi la soddisfazione di aver realizzato! A priori ci sarà il proprio motivo per fare azione. Sia la scuola moderna che la società dovrebberoconclude lo spicologo specializzato in ipnosiiniziare a dare più valore alle caratteristiche umane che alle necessità inoggettive , di pura facciata, che la società moderna impone ed a cui ci induce! Solo con questo cambiamento avremo una società migliore, una scuola migliore e soprattutto persone migliori che non saranno mai più giudicate non motivate o non portate a svolgere un compito.

Adriano Rescigno e Vincenzo d’Amato.

loading ads