Si metta mano al disinquinamento del fiume Sarno.
La marcia per il fiume Sarno organizzata dalla Rete a Difesa del Territorio non é solo simbolica, ma presenta degli specifici contenuti. Questi largamente diffusi durate il convegno “Pre Marcia” di giovedì scorso al Comune di Nocera Inferiore. Dall’incontro sono emersi molti dati sui quali bisognerebbe riflettere. Il fiume Sarno alla fonte resta limpido e trasparente, mentre subito dopo inizia il suo calvario. I responsabili di questo inquinamento sono i torrenti ed i canali che vi confluiscono e che spesso sono in balia degli “sversatori seriali“, ci va di tutto! Interessante ed illuminante è stata la relazione del dottor Orefeo Mazzella membro dell’Isde (Associazione Italiana Medici per l’Ambiente), il quale ha parlato di rischio: chimico, fisico e biologico. In un passaggio, il medico si è soffermato sulla misurazione degli Eschierichia Coli (microrganismi fecali), avvenuta in un tratto iniziale del Sarno ed in un tratto finale. Il risultato è stato allarmante. La carica batterica del tratto finale era notevolmente superiore a quella del tratto iniziale. È stiamo parlando di un solo tipo di batterio. La sua presenza nei corpi idrici segnala condizioni di fecalizzazione (è il principale indicatore di contaminazione fecale), per non parlare di tutti gli enterococchi e del gruppo dei coliformi. Quindi già dal punto di vista biologico, i dati non sono rassicuranti. In questo dovremmo metterci gli inquinanti chimici e fisici che, come evidenziato durante il convegno, sono una delle cause di modificazioni genomiche, cioè del nostro Dna. Del resto tutti i medici sanno che la cancerogenesi, al di là degli aspetti genetici e di trasmissione ereditaria, pone proprio le sue basi sui fattori chimici e fisici.
Un po’ quello che dice il professor Antonio Giordano e cioè il “nesso di causa“. Un cattivo ambiente, determina un cattivo organismo. A questo sconcertante quadro semiologico si può rimediare, attraverso vari livelli di prevenzione: primaria, secondaria e terziaria. Ovviamente c’è bisogno di tempo e di modalità da intraprendere. Rimedio che è non solo sanitario ma anche tecnico. L’ingegnere Vincenzo Adamo ha illustrato attraverso delle slide la costruzione di una rete fognaria tipo. E anche qui non sono mancate le sorprese. Sono due le reti fognarie possibili: il sistema misto e quello separato. Nel primo caso vengono raccolte sia le acque di rifiuto urbane e sia le acque meteoriche, mentre nel secondo caso la raccolta della fognatura nera (acque reflue urbane) e di quella bianca (acque meteoriche di dilavamento e di lavaggio delle strade) avviene in modo separato. Con il Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 4 marzo 1996, l’Italia in particolare nelle nuove costruzioni, ha adottato il secondo sistema. Lo stesso Adamo ha precisato che il sistema separato è migliore. Ma questo avviene in tutte le città? Bisogna fare i conti con le ragioni economiche ed ambientali e con le leggi regionali. Ogni regione può applicare dei principi diversi, pur attenendosi alla normativa nazionale, può derogare. Per non parlare della burocrazia e di quello che le amministrazioni comunali devono patire in sede regionale.
Su questo aspetto è stato chiaro il sindaco Manlio Torquato: “Il collettamento delle reti fognarie è di competenza di enti non comunali. Intervengono le strutture commissariali, l’agenzia regionale e l’Ato, che dice non sappiamo chi. Questo è uno dei problemi che ci sono”. Lo stesso primo cittadino ha sollecitato più volte la Regione Campania, evidenziando durante il suo intervento, le enormi difficoltà burocratiche incontrate ed esistenti. Il convegno “Pre Marcia” è stato utile, soprattutto per i cittadini, ma anche per gli amministratori locali. I lavori sono stati aperti da Emiddio Ventre, da tempo vicino alle tematiche ambientali e sono continuati con l’interessante dossier di Ferdinando Catapano realizzato insieme al compianto Vincenzo Nacchia sul fiume Sarno. In chiusura vi è anche stato un acceso dibattito tra pubblico e consiglieri comunali, dal quale è sicuramente emersa la necessità di essere uniti su questo problema.
Alcuni componenti del comitato Rete Difesa del Territorio hanno proposto uno sportello comunale che possa informare i cittadini sulle questioni ambientali, una sorta di filo diretto, scevro da passaggi burocratici. Da i vari contenuti che hanno caratterizzato l’incontro, la marcia a difesa del Sarno assume una connotazione importante e va fatta. Domenica 29 ottobre a Nocera Inferiore il corteo partirà alle 10,30 da piazza Municipio per poi attraversare le strade della città. In molti Comuni della Campania ci sarà grande mobilitazione, in particolare in quelli del bacino del Sarno: al termine dei cortei la conferenza stampa alle 16 a Rovigliano, cioè alla foce del fiume Sarno.
Giuseppe Colamonaco